Giro d'Italia, Viviani e Nibali: «Il tricolore addosso uno stimolo in più»

Giovedì 9 Maggio 2019
Giro d'Italia, Viviani e Nibali: «Il tricolore addosso uno stimolo in più»
Ci siamo, ecco il Giro d'Italia numero 102. Le solite ambizioni della vigilia, l'azzurro Viviani ne ha più di sempre. «Abbiamo obiettivi in comune, io e i miei compagni: quest'anno la squadra (la Deceuninck- Quick Step, ndr) è ben bilanciata. Cercheremo di vincere le tappe alla nostra portata, ma siamo qui anche per la classifica generale con Bob Jungels». Lo ha detto Elia Viviani, in conferenza stampa, a 48 ore dal via. «Partire con la maglia tricolore è una motivazione in più per me - ha aggiunto il veneto, che è campione italiano su strada -. L'anno scorso ho vinto la maglia ciclamino al Giro, centrando l'obiettivo della vigilia; quest'anno il parterre dei velocisti è più affollato, ma cercherò di ottenere ancora il massimo». «La nuova maglia tricolore? La squadra per la quale gareggio ha sempre valorizzato le maglie dei campioni nazionali - ha sottolineato -: è stata creata una maglia a intera bandiera, molto ben visibile. L'ho detto: per me sarà uno stimolo in più. I miei traguardi? Abbiamo visto il percorso e penso che, in questo Giro, avrò a disposizione da cinque a sette occasioni. Il mio avversario principale sarà Gaviria, ma dovrò fare attenzione anche a Demare. Sono di Verona e voglio arrivare a Verona, nessun ritiro prima per fuori tempo massimo».


«Sono in buone condizioni, la Liegi è stata una delusione per me, anche a causa del meteo. Sono qui per vincere il Giro e punto a vincere il Giro, in questo momento non penso al Tour de France». Lo ha detto, in conferenza stampa, Tom Dumoulin, vincitore del Giro d'Italia nel 2017

«Ci siamo allenati bene e arriviamo tranquilli a questo Giro d'Italia: cercheremo di viverlo giorno dopo giorno. Le tappe vanno affrontate con grande attenzione e bisogna essere uniti il più possibile. Subito c'è uno sforzo molto violento e impegnativo, nella crono che sale verso il santuario di San Luca, bisognerà vedere. È la prima tappa, non sarà determinante, ma bisognerà fare attenzione». Così Vincenzo Nibali nell'antivigilia del Giro d'Italia. «Chi temo di più? Dumoulin, Roglic, Landa e Simon Yates». «In questo momento è difficile scegliere quale sarà la tappa più sorprendente.
Come mi approccio alla corsa rosa? Al Tour of the Alps ho provato a vincere: l'anno scorso ho vissuto un anno molto difficile, anche se a fine stagione stavo per prendermi una corsa. Avevo puntato sul Tour, ma è andata male non per colpa mia». Così Vincenzo Nibali, in conferenza stampa, a 48 ore dalla partenza del 102/o Giro d'Italia di ciclismo. Il corridore siciliano non centra la vittoria dalla Milano-Sanremo del marzo 2018, ma vuole mettere fine al proprio digiuno. «Sì, la vittoria mi manca - aggiunge -. Quest'anno sono partito un pò più tardi con la preparazione, abbiamo lavorato attentamente, cercando di avere la squadra migliore per il Giro». «Non significa nulla non avere vinto niente finora, non è detto che si arrivi a una corsa a tappe vincendo delle corse - sottolinea lo 'Squalò -. Anche perché, il lavoro in altura dà risultati a lungo andare. E poi, anche Dumoulin arriva a questo Giro senza avere acquisito risultati. Ci sono corridori che puntato molto sul Giro e cercheranno di arrivare nelle migliori condizioni al via di dopodomani»
Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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