Cheerleaders addio, svolta nel football americano: saranno sostituite da un balletto misto

Domenica 7 Marzo 2021 di Anna Guaita
Cheerleaders addio, svolta nel football americano: saranno sostituite da un balletto misto

Niente più minigonne e pon-pon. Le Redskinettes cambiano nome così come la squadra di Football per la quale hanno fatto tifo e cheerleading sin dal 1962.

Ma loro cambiano molto di più: non lasciano cadere solo il nome pellerossine, che offende le tribù indiane, si disfano anche di tutti gli orpelli che le rendevano dei sex-object e le esponevano a frequenti molestie. D'ora innanzi, più che di cheerleading la loro sarà una squadra di acrobazia e danza, composta di 36 membri equamente divisi fra uomini e donne: «Mescoleremo il cheerleading con l'acrobazia e con l'agilità dell'hip-hop, del jazz e della danza classica» spiega Petra Pope, già curatrice delle danze cheerleading per le squadre di basket, ora incaricata di riformare la compagnia di Washington.

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Dallo scorso luglio quando la squadra dei Redskin ha deciso di abbandonare il nome razzista per un semplice Washington Football team, c'è stata anche la decisione di riformare tutto ciò che ruota intorno alla squadra, incluso le cheerleader e la banda. Una decisione che i proprietari della squadra assicurano non ha nulla a che vedere con le numerose denunce di abusi e molestie che le cheerleader hanno mosso contro i proprietari e i giocatori, ma nell'era post #MeToo è difficile credere che le crescenti polemiche non abbiano avuto un ruolo.

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LA DENUNCIA
Le ex-Redskinettes, note in America come le «first ladies del Football» hanno spesso denunciato di sentirsi usate come oggetti più che come persone. Sin dagli anni Novanta, quando addirittura lamentavano di avere il divieto di indossare mutandine fra la pelle e le tute di spandex, le proteste sono state frequenti e sempre più serie, tanto che spesso molte di loro non si ripresentavano l'anno seguente. Nel 2008 c'è stato uno scandalo di un video a luci rosse girato a loro insaputa mentre si cambiavano durante le foto per un calendario, nel 2013 e nel 2018 ci sono state nuove proteste per il trattamento sessualmente esplicito loro riservato dai manager e dai giocatori nonché dagli sponsor.

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UN NUOVO VOLTO
Non può essere un caso che ora, appena risolta una delle cause per danni più annose con un gruppo di cheerleader, la squadra di Washington voglia cercare di presentare un nuovo volto, e scelga un volto co-ed, cioè misto maschi e femmine, con un impegno più atletico e professionale che di pura apparenza. La squadra di Washington non sarà comunque la prima ad avere una compagnia di cheerleading mista. I Ram di Los Angeles, i Saints di New Orleans e i Seahawks di Seattle hanno già compagnie di danza atletica miste, e nel passato il cheerleading era un'attività molto comune anche fra i ragazzi, tanto che ben quattro presidenti americani l'hanno praticata, ultimo dei quali George Bush. E comunque la tendenza anche del pubblico a disinteressarsi al semplice cheerleading è confermato dalla crescente popolarità del ben più complesso cheersport, che ha addirittura i suoi campionati, e in cui, proprio come diceva la Pope, la squadra non si limita a danzare con minigonne e pon-pon, ma eleva lo spettacolo a una esibizione di vera acrobazia. I gusti sexy e sessisti dilagati dagli anni Settanta e Ottanta tramontano non solo davanti alle contestazioni di #MeToo, ma anche davanti a un crescente apprezzamento per la bravura e professionalità atletica delle danzatrici. Ognuno di queste ragazze e ragazzi ha alle spalle allenamenti estenuanti, e meritano di essere chiamati atleti.

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Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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