Le rinnovabili vicine a superare il carbone

Secondo il rapporto dell’Aie, le fonti pulite presto produrranno più di un terzo del fabbisogno energetico mondiale (37% nel 2026). Ci si aspetta anche una crescita del nucleare, che nel 2025 è destinato a tornare sui livelli di utilizzo raggiunti nel corso del 2021

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Lunedì 22 Aprile 2024
Le rinnovabili vicine a superare il carbone

Le energie rinnovabili dovrebbero detronizzare il carbone come principale fonte di produzione globale di elettricità nel 2025. Queste energie, in particolare il solare fotovoltaico, dovrebbero ormai produrre più di un terzo dell’elettricità, passando dal 30% del totale nel 2023 al 37% nel 2026. In particolare, dovrebbero più che compensare la forte crescita della domanda nelle economie avanzate (Stati Uniti, Europa). Lo stima l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nel suo rapporto Elettricità 2024 sui mercati globali dell’elettricità. Il rapporto anticipa “un lento declino” strutturale del carbone, segnato dalla crescita delle rinnovabili, con anche l’aumento ad un certo livello della produzione nucleare globale, che dovrebbe ridurre l’uso delle fonti fossili, l’energia più dannosa per il clima e la qualità dell’aria, che scenderebbe a meno di un terzo della produzione elettrica globale.

“Il settore energetico attualmente produce più emissioni di CO2 di qualsiasi altro nell’economia mondiale, quindi è incoraggiante che la rapida crescita delle energie rinnovabili e una costante espansione dell’energia nucleare siano insieme sulla buona strada per soddisfare l’aumento della domanda globale di elettricità nei prossimi tre anni“, ha affermato il direttore esecutivo dell’Aie, Fatih Birol. “Ciò è in gran parte dovuto all’enorme slancio delle energie rinnovabili, con l’energia solare sempre più economica in testa, e al sostegno derivante dall’importante ritorno dell’energia nucleare, la cui produzione è destinata a raggiungere un massimo storico entro il 2025. Sebbene siano necessari ulteriori progressi, e rapidi , queste sono tendenze molto promettenti”.

Per l’Aie, la produzione di energia elettrica da carbone dovrebbe quindi diminuire in media dell’1,7% all’anno entro il 2026, dopo un anno 2023, al contrario, segnato da un aumento dell’1,6% in un contesto di bassa produzione idraulica in India e Cina. La produzione delle centrali a gas dovrebbe invece aumentare “leggermente” nei prossimi tre anni, intorno all’1% annuo.

Per quanto riguarda l’energia nucleare, la produzione complessiva dovrebbe tornare ai livelli del 2021 entro il 2025, con la fine dei lavori di manutenzione in Francia, la riapertura dei reattori in Giappone e le inaugurazioni in Cina, India e Corea del Sud, stima l’OUCH. In generale, per l’Aie, le fonti a basse emissioni rappresenteranno quasi la metà della produzione mondiale di elettricità entro il 2026, rispetto a una quota di poco inferiore al 40% nel 2023.

L’eolico offshore ha grandi margini

Le potenzialità legate al vento sono enormi. Lo confermano anche i numeri del Global Wind Energy Council, riportate nello studio della Floating Offshore Wind Community, il progetto creato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia. Secondo le stime il nostro Paese si posiziona “come il terzo mercato mondiale per lo sviluppo di eolico offshore galleggiante”, con margini che indicano “un potenziale di 207,3 GW in Italia per l’eolico offshore galleggiante, rappresentando più del 60% del potenziale di energia rinnovabile complessiva, con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore potenzialità“. Questi dati sono stati elaborati con il Politecnico di Torino.

“Ci troviamo in un momento storico decisivo per la decarbonizzazione del Paese e il raggiungimento dei target di energia pulita al 2030 e al 2050. Per cogliere questa sfida, l’Italia deve fare leva sull’eolico offshore galleggiante“, dice Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House-Ambrosetti. 
Ultimo aggiornamento: 11:49

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