Le motivazioni
«Lo sciopero è l'estrema ratio a cui ricorrere - spiegano le sigle - per reclamare il diritto pubblico alla salute garantito da personale pubblico, dato che il Governo centrale scaccia dal pubblico impiego i professionisti di cui la sanità pubblica ha bisogno, nel silenzio assordante delle Regioni, che per mantenere i loro sistemi sanitari dovendo ricorrere a cooperative e gettonisti vari dovranno aprire voragini nei loro bilanci».
A fermarsi, per 24 ore, saranno medici, veterinari, farmacisti, psicologi, biologi e dirigenti sanitari, «bloccando tutte le prestazioni funzionali, quindi indispensabili, per tutte le altre prestazioni ospedaliere e territoriali, comprese quelle della filiera alimentare».