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Fino all’altro ieri, quando anche l’ultimo dipendente ha dato forfait, Rossella le ha tentate tutte per cercare di riaprire l’attività. «Mi sono perfino presentata in procura senza appuntamento contro il volere del mio avvocato. Speravo che parlando faccia a faccia con il giudice, gli avrei fatto capire il mio dramma. E non attraverso fredde mail o documenti burocratici. Ma non mi ha ricevuto e ho preso anche parole dal mio legale. Ma ero disperata. Sono una lavoratrice e stare a casa da un mese mi fa sentire persa». A giorni il giudice avrebbe dovuto pronunciarsi sulla possibilità per Rossella di aprire almeno alle 6 del mattino, ma adesso è stato annullato tutto. «E’ impossibile entrare in laboratorio così tardi - spiega - la panificazione richiede tempo. Almeno venti minuti per impastare, venti minuti per mettere in carrello, un’ora per la lievitazione. Rifornivo una decina di supermercati, non ce l’avrei più fatta con i tempi».