Le prove
L'audio, insieme a una trentina di testimonianze, non è l'unica prova ammessa in dibattimento. Nel processo entra anche la telefonata in cui Impagnatiello chiede al fratello di non rivelare l'esistenza del box, dove la vittima è stata inizialmente nascosta, con la scusa di aver celato della sostanza stupefacente. Il pm, con a fianco l'aggiunto Letizia Mannella, ha chiesto l'ammissione di tutti i testimoni indicati nella propria lista, tra cui investigatori dei carabinieri, consulenti tecnici, i familiari di Giulia e la 23enne italo-inglese con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. Anche lei, secondo le indagini, poteva essere uccisa quella notte e il 27 maggio aveva incontrato Giulia poco prima che venisse accoltellata.