L'ispirazione
«Bottecchia mi ricorda un po' me stesso, un ciclista anomalo, ma non faccio questa cosa per imitarlo o per portare a termine un'impresa, del resto nemmeno lui ha mai cercato veramente la fama. Lo faccio perché ne sento l'esigenza». Fabio ha dedicato la prima giornata del suo viaggio a ripercorrere le strade che furono del campione. Partendo dal velodromo che gli è intitolato a Pordenone, è andato a Peonis, Trasaghis, Gemona e poi nel trevigiano (Bottecchia nacque a San Martino di Colle Umberto). Dal giorno dopo, via verso Parigi: 1550 km che lo porteranno fino agli Champs Élysées, «proprio nel luogo e nel giorno che lo consacrarono campione del Tour, il 19 luglio 1924 e poi l'anno successivo, quando si concesse il bis». Da qui al 19 non ci sono tanti giorni, e i chilometri da macinare sono parecchi. Ros è munito di tenda e materassino.