MESTRE - Un viaggio in bicicletta per ricordare chi ha scelto il coraggio. È questa l'iniziativa promossa da Lucia Farina, nipote di Torquato e Franco Fraccon, insieme al marito Antonino Stinà, Paolo Massignan (figlio di Luigi Massignan, compagno di lotte dei Fraccon) e Meme Pandin. L'itinerario celebra l'ottantesimo anno dalla morte di Torquato e Franco Fraccon, padre e figlio appartenenti a una famiglia borghese vicentina, deportati e uccisi nel campo di concentramento di Mauthausen nel maggio del 1945, che dedicarono la loro vita ad aiutare persone ricercate dal regime per motivi politici o razziali, fornendo documenti falsi e organizzando fughe verso la Svizzera.
Il viaggio
La scelta della bicicletta per il viaggio non è casuale: durante la Resistenza era il mezzo più utilizzato per trasportare documenti, armi e viveri, diventando un simbolo della lotta al nazifascismo. «Mio nonno Torquato era un uomo di autorevolezza e allegria», ha raccontato Lucia Farina durante la presentazione dell'iniziativa, patrocinata dai Comuni di Venezia e Vicenza, ieri al Liceo Stefanini di Mestre, scelto come luogo simbolico di educazione e formazione per le nuove generazioni. «Questo viaggio è un modo per ricordare lui e mio zio Franco, due testimoni di vita di chi ha scelto di non voltare le spalle a ciò che stava succedendo».
La pedalata inizierà il 12 agosto alle ore 18 a Vicenza, con un breve percorso cittadino aperto a tutti, per ripercorrere i luoghi legati alla famiglia Fraccon: dalla casa in via dei Templari, passando per il carcere di San Biagio, fino alle pietre d'inciampo collocate davanti all'ex Banca Cattolica del Veneto, dove Torquato lavorava.
Da lì prenderà il via il vero e proprio viaggio: 1300 chilometri suddivisi in tappe, che si concluderanno il 20 agosto al Memoriale di Mauthausen e il 27 al campo di concentramento di Auschwitz. «Vogliamo lanciare un messaggio ai ragazzi e ricordare loro il valore della memoria - ha proseguito Lucia Farina ma anche trasmettere l'importanza dell'impegno civile e della presa di posizione». «La memoria è viva e concreta, non è un esercizio passivo - ha dichiarato Ermelinda Damiano, presidente del Consiglio comunale di Venezia -. Questa iniziativa unisce Venezia e Vicenza in una missione comune di ricordo storico e umano». Hanno partecipato alla presentazione anche i rappresentanti delle associazioni a sostegno all'iniziativa: Roberto Caligaris, presidente della sezione Anpi di Mestre, Paolo Navarro Dina, vicepresidente della Comunità ebraica di Venezia, Mirella Topazio, dirigente dello Stefanini, Chiara Massari in rappresentanza dell'Iveser.