PORDENONE - Rimossa la bandiera d'Israele da palazzo Klefisch, la sede di rappresentanza di Confindustria Alto Adriatico. Il vessillo campeggiava sulla facciata principale dell'edificio che si affaccia su via della Motta, dove proprio oggi sfileranno i Pro Palestina. Era una testimonianza chiara di appartenenza, voluta fortemente dal presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, da sempre vicino alla causa di Israele. Inizialmente, ieri, non era chiaro chi e perché avesse deciso di rimuovere la bandiera con la Stella di David. Poi mano a mano che le ore passavano è emerso come sia stata la stessa Confindustria, con il suo presidente Agrusti, a dare l'ordine di togliere dalla facciata il simbolo di Israele. Una scelta nata, forse, in vista del flash mob pro Palestina di oggi, che andrà in scena proprio in zona. "Contro il genocidio a Gaza" è il titolo dell'iniziativa, che si svolgerà alle 19 in piazza della Motta e in via della Motta anche in caso di maltempo.
La soddisfazione
La decisione è stata accolta con soddisfazione dal gruppo "Il Bene Comune" di Pordenone, che fin dai primi giorni di luglio, quando comparve la bandiera d'Israele a palazzo di Confindustria, aveva lanciato appelli al presidente Agrusti affinché venisse rimossa. «Un risultato importante ottenuto grazie allo sdegno di tante cittadine e cittadini - affermavano ieri dai loro canali social -. Quella bandiera portava con sé due messaggi inaccettabili: sostenere chi ha massacrato migliaia di civili palestinesi, soprattutto bambini. Legittimare l'uso della guerra come strumento politico e il riarmo come risposta alla crisi. Chi difende la pace e la dignità non poteva restare in silenzio».
L'altro fronte
È evidente che dietro alla decisione di Confindustria possano esserci anche questioni di sicurezza, visto il gran dispiegamento di agenti per l'ordine pubblico che ci saranno in vista della manifestazione di oggi.
Agrusti non ha mai fatto mistero del suo pensiero pro Israele, tanto che aveva spiegato pubblicamente che non sarebbe più entrato nei negozi Coop dopo la campagna del supermercato per Gaza. «Una decisione vergognosa. Inaccettabile» definiva la scelta di Coop Alleanza 3.0 di "boicottare" Israele, rimuovendo dai suoi scaffali alcune referenze di arachidi e di salsa tahina (uno degli ingredienti fondamentali dell'hummus), prodotte in Israele, e gli articoli a marchio Sodastream, facendo nel contempo spazio, al loro posto, alla Gaza Cola? E allora aveva detto Agrusti «per quanto mi riguarda, io personalmente nei negozi Coop non comprerò più nulla, neppure uno stuzzicadenti».