L'IDEA
Per evitare questo rischio alla radice, a margine dell'incontro a Palazzo D'Aronco, si è abbozzata l'idea di una realtà sotto la regia pubblica. «Si potrebbe pensare anche a una Fondazione con il patrocinio del Comune, a un'organizzazione che dia un controllo di serietà e garantisca un occhio pubblico, magari, sui conti. Potrebbe essere un'occasione, per le persone, di lasciare il proprio lascito a questa Fondazione perché si prenda cura del proprio animale».
Un'idea che potrebbe avere un senso per evitare che i soldi finiscano nelle mani sbagliate. Ormai, le richieste di "eredità" destinate ai pet «sono sempre più frequenti. Le persone vengono da noi notai per fare testamento e ci dicono: "Non ho figli o nipoti, ma ho il mio cane e il mio gatto. Che cosa gli succederà quando non ci sarò più?". C'è una fascia di popolazione anziana i cui unici affetti a fine vita rimangono gli animali, di cui si preoccupano», spiega il rappresentante dei notai friulani.