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Covid in Italia, perché aumentano i contagi? Ecco tutte le risposte

Salute > Medicina
Lunedì 24 Agosto 2020 di Ettore Mautone
Covid Italia, perché aumentano i contagi? Ecco tutte le risposte
  • 233

Erano 1.273 in totale i positivi il 23 maggio scorso, quando dopo la fine del lockdown la scia lunga della fase acuta dell'epidemia da Coronavirus si faceva ancora sentire. Soprattutto nel Nord Italia ma anche in Campania dove c'erano 295 ricoverati con sintomi, 10 persone in terapia intensiva, 968 in isolamento domiciliare. Numeri che agli inizi di maggio erano il doppio: il 5 di quel mese, nel day-after delle lunghe restrizioni alla mobilità, il totale dei positivi era 2.530, 408 i ricoverati con sintomi, 25 in terapia intensiva e 2.097 in isolamento domiciliare.

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Oggi, mentre ci avviamo alla fine di questo agosto di vacanze e di contagi, i positivi al virus sono nuovamente in crescita sfiorando quota mille: 925 gli attualmente positivi ma i ricoverati che accusano sintomi sono ancora ad un livello basso: 61 in tutto. Due i malati in terapia intensiva, 862 in isolamento domiciliare. Quali affinità e quali divergenza tra il profilo epidemico di due mesi fa e quello di oggi, perché aumentano i contagi, chi sono i pazienti Covid di oggi? A queste e tante altre domande che si pongono i cittadini campani che sono rimasti in Campania per le ferie, o di rientro dalle vacanze dalle zone turistiche italiane e anche dall'estero, proviamo a dare una risposta.
 


Perché l'impennata?
L'attuale fase di convivenza con il virus ha fatto cadere le limitazioni alla mobilità tra le regioni italiane e con l'estero. Il virus si diffonde pertanto dalle zone a maggiore presenza e quelle in cui era meno presente. A generare l'aumento dei contagi sono soprattutto i viaggi all'estero e l'intensa socialità in particolare dei giovani che non utilizzano quasi nessuna precauzione (mascherine, distanziamento, lavaggio delle mani) e sono prevalentemente sani e asintomatici.

Chi si contagia oggi?
Sono soprattutto i giovani e persone di mezza età. La media dei contagiati in Campania è di circa 30 anni. Ma contagio non significa malattia infatti gli ospedalizzati sono pochi rispetto all'entità dei contagiati e pochissimi quelli in rianimazione dove invece finiscono soprattutto gli anziani o persone che hanno patologie croniche pregresse che li rendono fragili.

I giovani rischiano?
I giovani sono sani, hanno tessuti e vie respiratorie indenni e un livello infiammatorio di base molto basso. Pertanto, nella maggior parte dei casi anche quando sviluppano sintomi (soprattutto febbricola, mancanza di gusto e olfatto e tosse o raffreddore) sono in grado di superare agevolmente l'infezione. D'altro canto per la scarsa osservanza di regole di prevenzione antiCovid, l'intensa socialità e lo sviluppo sfumato di sintomi questo prima di essere individuati come positivi e di essere messi in isolamento e in quarantena in attesa della guarigione e negativizzazione al virus possono contagiare un elevato numero di persone.

Chi è più in pericolo?
Gli anziani, i malati cronici, chi è affetto da malattie acute, chi è debole o convalescente, chi è immunodepresso a causa di età o malattie, chi vive in condizioni igienico sanitarie scarse.

Il virus è mutato e diventato meno letale?
Da un punto di vista clinico si osserva una minore carica virale e lo sviluppo di forme cliniche attenuate soprattutto in paesi come l'Italia che hanno osservato il lockdown. Ancorché non sia stata ancora decifrata alcuna mutazione genomica è molto probabile che vi sia stato un adattamento del virus all'ospite. Il virus è un parassita endocellulare obbligato, ossia non vive senza ospite. Il suo scopo è riprodursi e il Covid 19 ha una affinità perfetta con i recettori delle vie respiratorie umane pertanto è molto contagioso ma col tempo tende anche a diventare meno letale per aumentare la sua sopravvivenza. I virus che provengono dalla Croazia, dal Bangladesh e da zone dove la carica virale è molto alta provocano forme di malattia più severe.

Il Covid-19 è stagionale?
Ci si chiede come mai i contagi aumentino in estate. In una stagione in cui il Covid-19, come tutti i coronavirus (anche quello del raffreddore lo è) viaggia con il treno tirato. Basti pensare che l'elevata temperatura provoca una quasi immediata evaporazione delle goccioline di saliva. Poi si vive sempre molto all'aria aperta. I raggi Uv del sole sono un disinfettante naturale. D'altro canto di sera con l'umidità la sua trasmissione torna efficiente. I viaggi da zone ad elevata endemia, gli assembramenti, la calca delle discoteche, le cene, sono occasioni di facile contagio che il virus sfrutta comunque per giungere nelle case delle famiglie italiane al rientro dalla vacanze. Il Coronavirus è molto contagioso ma ha una letalità limitata che tende ad esprimersi in soggetti deboli e malati. Ma in ogni caso una piccola minoranza di casi, anche in soggetti sani e abbastanza giovani, anche con le migliori cura possono prendere una piega severa con alcuni casi letali registrati a marzo e aprile.

Le cure sono cambiate?
Sì, adesso i clinici conoscono bene questo Coronavirus. Allo sviluppo dei primi sintomi si utilizzano antivirali molto più efficaci come il Remdesivir, l'eparina per prevenire i fenomeni trombotici, vari antinfiammatori compreso il cortisone che somministrati nei tempi giusti sono in grado di limitare la progressione verso forme severe di malattia. Inoltre nei protocolli sviluppati al Cotugno si tende a non intubare più i pazienti in rianimazione optando per la ventilazione non invasiva con maschere ad ossigeno ad alti flussi (terapia sub-intensiva) che danno una prognosi migliore.

Ci troveremo con l'esplosione di casi in ospedale?
In autunno anche gli asintomatici che producono pochi virus e lo trasmettono con molto minore efficienza, sviluppando altre malattie respiratorie come l'influenza e il raffreddore comune aumentano l'emissione di goccioline di saliva con stranuti e tosse e dunque la sovrapposizione di altre virosi stagionali rende di per sé più efficiente la trasmissione del virus. Pertanto l'aumento dei contagi va fronteggiato con grande determinazione e soprattutto strategie di Sanità pubblica per evitare che vi sia un progressivo nuovo spostamento dei casi dai giovani ai meno giovani che potrebbe riproporre il pesante impegno per il Servizio sanitario nazionale.

Mascherine e distanziamento sono necessari?
Sì, se praticati e utilizzati sono un sistema per limitare la circolazione e trasmissione del virus che, anche sulle superfici, sopravvive per alcune ore. In oriente sono utilizzati anche contro raffreddore e influenza e ci si saluta con l'inchino. Anche i giovani devono diventare consapevoli e possono diventare il vettore della trasmissione del virus ai nonni e agli anziani di casa.

La soluzione è fare più tamponi?
I tamponi sono uno strumento diagnostico ma non di screening. Vanno fatti in maniera mirata per contenere il contagio tra i contati dei positivi.

Ci libereremo mai del virus?
Chi si ammala sviluppa immunità ma non si sa quanto sia durevole nel tempo. È presumibile che il vaccino sia in grado di limitare drasticamente la circolazione del virus ma considerando le caratteristiche di ricombinazione che il Covid possiede è possibile che sia necessario aggiornare periodicamente il vaccino e che una certa quota di persone possa comunque sviluppare la malattia. Mille anni fa dal topolino e dal pipistrello l'uomo ha preso il raffreddore con cui ha imparato a convivere. I virus accompagnano l'evoluzione dell'uomo e alcuni virus a Rna e alcuni virus oncogeni sono stabilmente integrati nel patrimonio genetico dell'uomo. 

Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 16:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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