Ci sono due valori che fanno suonare il campanello d'allarme sull'andamento della pandemia: l'Rt, l'indice di trasmissione, è a 1,15, da agosto non eravamo sopra il limite ritenuto critico di 1; l'incidenza del numero di casi ogni centomila abitanti su base settimanale è salita a 51, dunque appena sopra il limite che consente di fare tracciamento.
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Zona gialla, ecco perché in Nord-Est rischia
Ci sono Regioni che presto passeranno in fascia gialla o addirittura arancione? Al momento non si può dire, ma se continua la crescita rischia tutto il Nord-Est: in Friuli-Venezia-Giulia c'è un cocktail micidiale tra vicinanza con la Slovenia, dove il virus è fuori controllo, e manifestazioni no-vax senza precauzioni che hanno causato un vasto cluster; in Veneto il governatore Zaia è stato perentorio chiedendo cautela ai suoi cittadini: «Il Veneto resta bianco ma non è una cosa scritta sulla pietra. Se continuiamo così, in poche settimane qualche viraggio di colore potrebbe accadere. Perché buttare il lavoro di mesi per mangiare le castagne in piazza?»; la Provincia autonoma di Bolzano è la Regione con l'incidenza più alta.
Visto che per il cambiamento dei colori che prevede misure più rigide conta la percentuale di occupazione dei posti letto (scatta l'allarme se è sopra il 10 per cento in terapia intensiva, sopra il 15 in area medica), va valutata con attenzione anche la situazione delle Marche, dove le terapie intensive sono già al 10,5 per cento e dello stesso Friuli, che è al 9,1. Bolzano e Calabria sono invece rispettivamente a 11,2 e 10,6 per le aree mediche. Abruzzo e Umbria sono le due regioni con l'Rt più alto, a 1,4 e 1,43, ma incidenza è bassa e gli ospedali non sono in sofferenza. Tutte le Regioni vengono definite a rischio moderato.