È finita a bottigliate in testa, e con un uomo ferito, la violenta lite scoppiata tra alcuni passeggeri che rivendicavano il posto a sedere sul bus. Con le vetture a singhiozzo a causa dello sciopero dei treni, oltre 300 persone si sono trovate nel piazzale delle partenze alla stazione di Anagnina venerdì pomeriggio intorno alle 17. E tutte dirette a Rocca Santo Stefano, comune alle porte della Capitale.
LA LITE
La discussione è scoppiata tra una coppia di coniugi, due stranieri di origini nord africane, e un italiano. Secondo la coppia, l’uomo aveva saltato il turno “rubando” il posto a sedere. I toni sono diventati sempre più accesi fino a quando i due hanno iniziato a picchiarlo in testa con le bottigliette dell’acqua. Un’aggressione furibonda terminata tra grida e sangue. I primi a intervenire sono stati gli altri passeggeri a bordo che hanno tentato di dividere i tre. Ma ogni tentativo è stato inutile. Intanto, l’autista del bus ha chiesto soccorso al personale di sorveglianza della stazione: solo quando gli agenti di polizia sono saliti a bordo del bus ordinando a tutti di scendere, la situazione è tornata alla normalità.
I SOCCORSI
«Sembravano due furie - ha raccontato un testimone - all’improvviso abbiamo visto che lo picchiavano con le bottigliette dell’acqua, il sangue era ovunque. È stato terribile. Alcuni dei passeggeri che erano a bordo sono scappati spaventati cercando il personale di stazione, sono stati minuti di attesa interminabili».
Sul posto sono quindi intervenuti gli agenti in servizio nella stazione e in supporto gli agenti di polizia. È stato necessario anche l’intervento dei sanitari del 118 che dopo aver medicato il passeggero ferito alla testa sul posto, lo hanno trasportato al pronto soccorso per accertamenti e controlli.
«Rimaniamo sbigottiti che in una giornata complicata per il trasporto pubblico a causa dello sciopero indetto per i lavoratori del gruppo delle Ferrovie, nessuno si sia posto il problema della quantità di utenza che si sarebbe riversata sulle corse della Cotral verso le province del Lazio - denuncia Gian Luca Donati, segretario Faisa Cisal Lazio - Così come continuiamo a denunciare il fatto che i lavoratori, autisti e verificatori, sono lasciati soli in balia degli eventi. La sicurezza, la legalità a quanto pare rimane un problema solo degli operatori del frontline».