Dede, l'amico benzinaio, kossovaro in Italia dalla fine della guerra in patria, è ancora sconvolto e piange per Luigi Ramacci: «Gigi era una persona così buona, facevamo colazione tutte le mattine insieme da anni. Quando l'ho sentito urlare che quell'uomo sui quarant'anni che correva verso di me, aveva appena rubato nell'edicola, non ci ho pensato due volte: ho allungato il passo, l'ho afferrato sul marciapiede e l'ho bloccato contro il muro». Dede che ha 75 anni ma ne dimostra quindici di meno, lavora al distributore di benzina dell'Eni che è proprio di fronte al giornalaio sulla Portuense.
Mima il gesto della presa. «L'ho fermato prima da dietro, poi gli tenevo le braccia strette lungo la schiena.
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LE POLEMICHE
Nella concitazione di un momento del genere anche pochi minuti potrebbero apparire più lunghi di quelli trascorsi realmente. Ma sulla tempestività della risposta del numero unico per le emergenze 112 (una centrale unica che poi smista le chiamate agli enti interessati, carabinieri o polizia, ambulanze piuttosto che vigili del fuoco) alle necessità di chi chiama, anche in altre occasioni, non sono mancate polemiche. Succede, infatti, che si possano perdere attimi preziosi tra la prima risposta (quella della sala unica) e la successiva, quando poi bisogna ripetere dati e motivo dell'eventuale intervento a un altro operatore. Così come non sempre è stata registrata una sincronizzazione non sempre perfetta tra l'invio dei mezzi di soccorso e il contestuale allarme da dare alla polizia giudiziaria. «Fatto sta che Gigi è morto per nulla, ancora non riesco a crederci, non lo meritava».