«La famiglia di Beau Solomon chiede che venga fatta giustizia. Il nuovo episodio che coinvolge Massimo Galioto conferma la sua attitudine pericolosa e ci auguriamo che nel processo di appello venga riconosciuto che lui non era estraneo ai fatti, così come affermato da almeno due testimoni». Lo sostiene l'avvocato Giuseppe Zanalda, legale della famiglia del giovane americano morto nel 2016 a Roma dopo essere caduto nel Tevere. Per quella vicenda Galioto, fermato ieri per l'omicidio di un 38enne rumeno avvenuto sulla banchina del fiume all'altezza di Ponte Sisto, è stato assolto in primo grado con la formula «per non aver commesso il fatto». «Sia la parte civile che la Procura di Roma hanno impugnato quella sentenza che non ha tenuto conto del racconto di testimoni-aggiunge il penalista- che individuavano in Galioto l'autore dell'aggressione. Resta scandaloso il fatto che nel
centro di Roma persista una situazione di degrado e violenza dove continuano ad avvenire episodi di questo genere».
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