Si sono formate code lunghe fino a tre chilometri. E sono trascorse circa quattro ore prima che la viabilità tornasse normale sul Grande raccordo Anulare all'altezza della Cassia bis, vicino all'ospedale Sant'Andrea, a Roma, dove ieri mattina presto, verso le 6 e 20, ha preso fuoco un mezzo pesante dell'Ama pieno di immondizia. L'origine del rogo sarebbe proprio nei rifiuti infiammabili trasportati. La rassegnazione e l'ironia sui social hanno regnato sovrane con gli internauti che si chiedevano: «È una nuova variante di flambus, anche se stavolta non è l'Atac ma un'altra partecipata capitolina, oppure è un tentativo di termovalorizzazione dei rifiuti?».
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GLI AUTOMOBILISTI
Ma il flambus è stato il pensiero più gettonato. Perché gli automobilisti fermi incolonnati sul Raccordo anche più di un'ora hanno pensato subito ai 146 autobus Atac che dal 2016 hanno inaugurato una macabra tradizione. Quella di morte per autocombustione. Fatto sta che il compattatore Ama che proveniva dal deposito Salario è rimasto a bruciare per diverse ore in strada sulla corsia di emergenza. L'incendio è divampato nella parte anteriore del camion Mercedes. Dalle primissime ricostruzioni l'autista del mezzo ha visto uscire del fumo tra i rifiuti e più precisamente tra la cabina e il cassone, e si è fermato. A quel punto l'incendio è divampato e le fiamme hanno investito anche l'interno della cabina di resina e alluminio.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia stradale per assicurare la rimozione del mezzo, dopo lo spegnimento effettuato dai Vigili del fuoco.