Il bidello pedofilo e con precedenti penali specifici, al momento dell'assunzione aveva autocertificato, mentendo, il fatto di essere incensurato, pur di rimanere in contatto con gli scolari.
A portare al pronunciamento civile, la terza condanna penale costata a Rosario C., 6 anni di carcere. Nel disporla, nel 2017, il tribunale penale aveva condannato in solido con l'imputato il Miur con una provvisionale di ventimila euro «perché non aveva verificato i precedenti penali del bidello». A seguito del giudizio civile ora si è giunti alla quantificazione di 188.000 euro. Il trucchetto del bidello era stato scoperto nel 2008. Dopo aver incassato una prima condanna nel 1991 (1 anno e 9 mesi, pena patteggiata e sospesa), infatti nelle autocertificazioni spedite al Miur, nel 2005, aveva negato precedenti penali. E così anni dopo, nel 2008, in seguito a un'altra condanna per pedofilia dell'anno precedente (2 anni in abbreviato) aveva omesso di precisare nella domanda per le graduatorie i verdetti stabiliti dai giudici.
LE ACCUSE
È con questi precedenti penali che il bidello troppo attratto dai bambini nell'anno scolastico 2008 aveva lasciato la media Belli di via Mazzini per trasferirsi alla primaria Borghi, a un passo da via Merulana. Dopo qualche mese rieccolo nel mirino delle stesse accuse che poi lo hanno portato all'ultima condanna per abusi «con modalità perfettamente sovrapponibili». Un bambino di 10 anni aveva raccontato alla madre che a lui non piacevano più i giochi del bidello, aveva paura. Lo portava in bagno e si strofinava. Il bambino vittima degli abusi, ormai è un ragazzo. «A un pedofilo seriale doveva essere impedito l'accesso a scuola», hanno gli avvocati Armando Fergola e Antonella Zordan che hanno seguito il caso.