Tor Bella Monaca, maxi operazione anti droga della polizia: perquisizioni e arresti

Affari da 250mila euro al giorno per i Vallante-Longo. Tentati omicidi e gambizzazioni per il predominio della piazza di spaccio di via dell'Archeologia. Le indagini della Dda

Martedì 10 Ottobre 2023 di Alessia Marani
Tor Bella Monaca, maxi operazione anti droga della polizia: perquisizioni e arresti

È in corso una vasta operazione della Polizia di Stato, con numerosi arresti e perquisizioni, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che colpisce i vertici del traffico di stupefacenti in zona Tor Bella Monaca, considerata una delle principali piazze di spaccio della Capitale.

Ventisette le misure di cusotdia cutelare emesse, 24 in carcere e 3 ai domiciliari. Nel mirino degli inquirenti clan legati ai "napoletani", come i Vallante e impegnati in una feroce lotta per il predominio di potere nella gestione del traffico degli stupefacenti all'ombra delle torri e condotta a suon di piombo, tra gambizzazioni e tentati omicidi. Come nel caso del duplice tentato omicidio di due giovani pusher marocchini, che scamparono i colpi di pistola, nel settembre del 2021, correndo a rifugiarsi nei cortili dei palazzoni di via dell'Archeologia (un agguato in pieno giorno, così come in pieno giorno era stato ucciso il 14 settembre scorso, sotto gli occhi di una sua amica, Daniele Di Giacomo, 38 anni, freddato da almeno sei colpi di pistola). Episodio su cui ha indagato il Nucleo investigativo dei Carabinieri di Frascati. L'operazione odierna è frutto di due distinte ordinanze di custodia cautelare. La Dda parte da lontano e accende un faro anche su un altro tentato omcidio avvenuto sempre nel feudo del R5 di via dell'Archeologia, nel 2016, ai danni di un 25enne e su cui sono iniziate indagini della Squadra mobile. 

Il procedimento della Dda, partito nel 2017, ha consentito di ricostruire l'esistenza di un sodalizio criminale attivo nella zona nota come "Le Palme" capeggiata dal boss Vincenzo Vallante con la collaborazione di Pietro Longo. L'attività di questa mattina ha permesso di effettuare più di 30 arresti in flagranza di reato con il sequestro di 1300 involucri di droga. Dalla contabilità sequestrata è stato documentato che la piazza di spaccio della Palme, attiva 24 ore al giorno, riusciva a generare introiti illeciti pari a 250 mila euro al mese.  I pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Ilaria Calò, contestano, a seconda delle posizioni, i reati di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, ricettazione, tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e lesioni aggravate sempre dal metodo mafioso.

IL DUPLICE TENTATO OMICIDIO

Le indagini svolte invece dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Frascati, sempre con il coordinamento della Dda di Roma, hanno consentito di ricostruire il fatto e di individuare i soggetti gravemente indiziati del duplice tentato omicidio avvenuto l'8 settembre del 2021, nel quartiere Tor Bella Monaca, all'altezza del civico 74 di via dell'Archeologia. Uno dei soggetti ritenuti dal gip gravemente indiziati è proprio lo stesso Vallante. Il grave episodio aveva visto, poco prima delle ore 14 di quel pomeriggio di settembre, l'esplosione di 7 colpi di arma da fuoco all'indirizzo di due giovani di origine nordafricana, ferendoli in maniera grave, e il successivo allontanamento a bordo di un' auto facendo perdere le proprie tracce ed è stato ricostruito, in termini di gravità indiziaria, come una spedizione punitiva a danno delle due vittime protagoniste di un contrasto, la sera precedente, per motivi connessi allo spaccio.

I carabinieri, all'epoca dei fatti impegnati nella ricerca del latitante Davide Pasquali detto "Pandoro", (32enne originario del quartiere di Tor Bella Monaca, rintracciato in Spagna nel novembre 2022 e sottrattosi alla cattura nell'ambito di un'operazione del 27 aprile 2021 che disarticolò un'intera piazza di spaccio con l'arresto di 50 soggetti), sono riusciti a ricostruire le intere fasi, iniziali ed esecutive del delitto, individuando inoltre la vettura utilizzata dagli autori del fatto. Le indagini hanno permesso non solo di individuare gli autori del delitto ma anche di comprenderne il movente, da ricondurre alla necessità di ridimensionare le ambizioni di ascesa criminale di alcuni sodali che volevano appropriarsi del controllo di una porzione di territorio, corrispondente con il civico 40 di via dell'Archeologia, su cui avviare autonoma attività di spaccio. Il reato contestato è il tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso.

Sono stati individuati inoltre soggetti gravemente indiziati di appartenere al gruppo criminale organizzato secondo una struttura piramidale con ripartizione di ruoli e compiti, inclusa ad un livello intermedio una rete di capi piazza, responsabili della gestione della piazza di spaccio con il compito precipuo di controllare l'operato dei pusher e di assicurare la necessaria assistenza ai sodali eventualmente tratti in arresto in flagranza di reato, quindi di pusher e vedette operanti in strada attrezzati ad eludere le attività investigative grazie all'utilizzo collaudato di un linguaggio cifrato e all'uso di telefoni intestati a terze persone. Dalle indagini sono emerse inoltre punizioni esemplari nei confronti di sodali infedeli o inadempienti.

 

 

Ultimo aggiornamento: 12:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA