Crac del porto di Ostia, in 17 rischiano il processo

Venerdì 8 Giugno 2018 di Adelaide Pierucci
Crac del porto di Ostia, in 17 rischiano il processo
IL CASO
È stata la prima maxi inchiesta sul business del litorale ad Ostia e, dopo rallentamenti e ripartenze, adesso va verso il processo. L'indagine riguarda le manovre che avrebbero portato al dissesto del porto turistico. Per la procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio di 17 indagati, architettate da Mauro Balini, l'ex patron dello scalo. Un manipolatore di bad company, secondo il pm Alberto Galanti. O meglio, da dominus di una holding,, avrebbe portato a un crac di 18 milioni di euro la società (la Ati Srl Attività turistiche immobiliari) che ha costruito il porto, per drenare denaro dirottandolo in altre società a lui riconducibili.

LE INDAGINI
Un piano complicato per l'accusa - portato a termine da Balini che avrebbe manovrato 14 persone tra professionisti e teste di legno, ora accusati di associazione a delinquere finalizzata a una serie di bancarotte e al riciclaggio. E adesso rischiano di finire a processo, ma con l'accusa di corruzione anche due nomi noti: l'ex generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante e Luca Gramazio. Il primo avrebbe ricevuto per due stagioni in benefit da Balini la Beleza of London, uno yatch con relativo equipaggio e carburante, «al fine di ottenere condizionamenti favorevoli nell'eventualità di controlli tributari». Mentre a Gramazio, all'epoca consigliere della giunta capitolina (Forza Italia), Balini avrebbe «dato o promesso denaro o altre utilità», secondo le intercettazioni due appartamenti mai entrati, però, nella disponibilità del politico, «per spingere l'approvazione del progetto di ampliamento del Porto Turistico di Ostia, poi avvenuta nel novembre del 2012 con delibera della Giunta Capitolina (presente anche Gramazio)». Si profila l'uscita dall'inchiesta invece per Antonio Lucarelli, il segretario dell'allora sindaco Gianni Alemanno, in un primo momento sospettato di aver avallato l'operazione politica. Per la procura, che ha chiesto l'archiviazione, non è escluso che fosse ignaro delle eventuali trattative.

LE INTERCETTAZIONI
L'incontro in odore di corruzione tra Balini e Gramazio risalirebbe all'ottobre 2012, a poche ore dalla ratifica della delibera in giunta che avrebbe dato il via libera al raddoppio dello scalo. Un appuntamento intercettato. Gramazio (condannato poi a 11 anni nel maxiprocesso a al Mondo di mezzo) sembra battere cassa e Balini risponde in modo esplicito. «Liquidità non ne ho. Ti do due appartamenti...», per poi aggiungere, parlando come nei romanzi crininali, in terza persona, «Mauro c'ha un problema con te? Io lo risolvo. Nessuno t'ha mai preso per il culo...Sentimi a me. Damme retta... Te faccio conosce i miei soci e capisci tutto». «Ogni mese pagamo 15 famiglie di carcerati e la Digos non lo sa...Te pare che uno come me se và a perde pe' na stronzata del genere? Ti do due appartamenti, tranquillo». Per l'accusa è il prezzo base della corruzione. Tra le contestazioni a Balini anche il buco di 25 milioni nelle casse della banca tedesca finanziatrice del porto, un debito mai saldato. La procura nonostante i giudici del Riesame avessero scarcerato il patron del Porto di Ostia a pochi giorni dall'arresto del luglio di tre anni fa, non ravvisando il reato associativo, hanno continuato a ritenere valida la contestazione.

 
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