Intercettazioni, ecco cosa cambia. Orlando: «Via dal fascicolo chi non è coinvolto nell’inchiesta»

Giovedì 28 Dicembre 2017
Intercettazioni, ecco cosa cambia. Orlando: «Via dal fascicolo chi non è coinvolto nell’inchiesta»
ROMA Il testo di legge, ha detto il ministro Orlando fino alla scorsa settimana, ha come finalità l’esclusione in tempi ragionevolmente certi e prossimi alla conclusione delle indagini, di ogni riferimento a persone solo occasionalmente coinvolte dall’attività di ascolto e di espungere il materiale documentale, ivi compreso quello registrato, non rilevante a fini di giustizia, nella prospettiva d’impedire l’indebita divulgazione di fatti e riferimenti a persone estranee all’oggetto dell’attività investigativa. Proprio per questo, la legge, diceva il comunicato del consiglio dei ministri che ha segnato il penultimo passaggio prima dell’approvazione di domani prevede divieti specifici anche per le intercettazioni e riprese non autorizzate o abusive, ora punite con norma specifica.

Nell’ordinanza solo i dialoghi «fondamentali»
Il gip, nell’ordinanza, riprodurrà solo quelle comunicazioni che contengono i passaggi indispensabili a giustificare l’eventualemisura. Lo stesso dovrà fare il pm almomento della richiesta. Non sarà dunque più possibile argomentare la richiesta citando passaggi irrilevanti, personali, o che coinvolgono terzi non indagati. Una scelta a metà secondo alcune procure che avevano premuto perché nell’atto del pm e nell’ordinanza le intercettazioni, anche se rilevanti, fossero riportare solo per sintesi, ma senza citare le esatte parole del dialogo tra gli indagati. 

Nuove regole per i trojan nei cellulari 
La legge prevede una nuova disciplina delle intercettazioni di comunicazioni o conversazioni mediante immissione di captatori informatici in dispositivi elettronici portatili (i cosiddetti trojan horse). Il captatore informatico potrà essere inserito su dispositivo elettronico portatile, ovvero sui cellulari, senza particolari limiti quando si indaga per reati gravi comemafia e terrorismo. Negli altri casi, il pm potrà disporre l’uso del trojan, ma non sarà possibile l’intercettazione “a strascico”: gli ascolti andranno avviati ed interrotti in momenti precisi e prefissati. 

Sarà la pg a valutare gli ascolti
Sarà la polizia giudiziaria a fare la prima scrematura tra atti attinenti all’indagine e atti non rilevanti: i secondi, finiranno in un archivio sotto il controllo e la responsabilità del pm, che conserverà il tutto fino alla conclusione delle attività. La pg dovrà comunque citare la sintesi anche dei passaggi valutati come irrilevanti. Dopo il primo atto noto alle parti (in genere l’ordinanza di custodia cautelare) gli avvocati avranno alcuni giorni per accedere agli audio e ai brogliacci: sia il pm sia i difensori potranno chiedere di recuperare le conversazioni inizialmente escluse dagli investigatori. 

Udienza stralcio e istanza specifica di distruzione 
Sarà il gip a decidere cosa fare delle intercettazioni irrilevanti: lo farà generalmente in camera di consiglio e senza che ci sia una vera e propria udienza, e in alcuni casi davanti alle parti. Dopo aver comunque preso cognizione sia degli ascolti sia delle richieste delle parti deciderà cosa stralciare. Gli atti irrilevanti torneranno sotto il controllo del pm, che potrà mantenerli in archivio nel corso delle indagini o chiedere ulteriormente la distruzione degli ascolti non acquisiti. Anche in questo caso sarà il giudice ad avere l’ultima parola.

Indagati e legali più garanzie sui colloqui 
Il testo che domani sarà approvato in via definitiva contiene maggiori tutele per le difese, rispetto alle quali c’erano specifiche istanze dei penalisti. Alla base, resta fermo il divieto di intercettare le conversazioni tra avvocato e assistito, ma qualora questo avvenisse in via anche solo occasionale, la verbalizzazione delle conversazione è vietata. Il termine attribuito ai difensori per l’esame del materiale intercettato, una volta che questo sia stato depositato, è stato alzato da 5 a 10 giorni, con possibile proroga fino a 30 giorni prima dello stralcio degli atti irrilevanti se la documentazione è molto ampia e complessa. 

Per i giornalisti una copia dell’ordinanza
Per la prima volta, la nuova legge sulle intercettazioni fissa il diritto per i cronisti di ottenere copia dell’ordinanza di custodia cautelare, negli ambiti previsti dal diritto di cronaca. Il decreto attuativo deve fissare ancora i tempi e i modi dell’accesso, che partirà dal 2019, ma il dato importante è che l’acquisizione diretta era fino ad oggi considerata un tabù: gli atti noti alle parti erano valutati come non più segreti,ma non per questo a disposizione dei giornalisti che non avevano comunque accesso agli uffici della procura. 
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