Caso petrolio, il ruolo dei fratelli Pittella. Oggi l'interrogatorio del Capo di Stato maggiore della Marina

Venerdì 15 Aprile 2016 di Sara Menafra
Caso petrolio, il ruolo dei fratelli Pittella. Oggi l'interrogatorio del Capo di Stato maggiore della Marina

dal nostro inviato

POTENZA «Non mi piace che quei due abbiano quel messaggio in testa. Hanno questa informazione in testa e potrebbero usarla in qualunque momento». E' preoccupato Gianluca Gemelli quando, un anno prima che la notizia diventi di dominio pubblico, parla con l'allora compagna e ministro Federica Guidi di un'indagine a Potenza che lo coinvolge. E a impensierirlo, spiegano gli atti dell'inchiesta sul petrolio in Basilicata, sono almeno due elementi: a gennaio del 2015 Gemelli sa da dell'indagine, poi e, forse, soprattutto, teme che i “due” ovvero i fratelli Marcello e Gianni Pittella, il primo governatore della Basilicata e responsabile del Pd per Sud Italia, il secondo europarlamentare e capogruppo del Pse al Parlamento europeo, possano usare questa informazione contro lui e contro la Guidi. Perché, e ne sembra certo, anche loro, in quel momento, sanno dell'inchiesta.
Nell'informativa della Squadra mobile, guidata da Carlo Pagano, si parla anche di assunzioni all'Eni e alla Fao promosse dal ”comitato d'affari” finito sotto accusa ed emerge l'ipotesi che proprio i fratelli Pittella fossero gli autori della fuga di notizie anche se i due nomi non sono iscritti sul registro degli indagati. Di certo il riferimento è chiaro: «Lui è molto legato a Luca – dice Gemelli - se non avesse questi passaggi in presa diretta probabilmente non sarebbe riuscito a fare quello che fa. Ha fatto passare molte cose in Regione. E' vero che noi con Marcello facciamo un lavoro in sinergia, il fratello è europarlamentare a Bruxelles». E ancora: «Certo che questi due abbiano questa informazione in testa non mi piace, hanno questa informazione in testa e potrebbero venirsene fuori in qualsiasi momento». Più volte, Gemelli fa riferimento alla notizia giunta da una “terza persona” e in qualche caso sembra che il riferimento si sposti sul sottosegretario Vito De Filippo, indagato solo per concussione ma prossimo all'archiviazione.

LE ASSUNZIONI
Di De Filippo parla anche l'informativa del maggio scorso. Sebbene il nome del sottosegretario alla Salute ed ex governatore della Basilicata sia prossimo all'archiviazione, l'informativa spiega come De Filippo si sia speso per ottenere l'assunzione del figlio della sindaco Vicino presso Eni: La Vicino suggerisce che «lui» (De Filippo) ha «spinto» direttamente a Roma. De Filippo sembra essere molto attivo sul territorio. In una conversazione l'ex consigliere regionale Robortella, dice che il sottosegretario si vanta del suo ruolo e dice che «Renzi e Delrio lo chiamano tutti i giorni per conoscere lo stato delle cose». E il sottosegretario avrebbe anche fatto avere a una dirigente locale, Adriana Petruzzi, un posto come consigliera della Fao, così che possa rimborsarsi i viaggi a Roma. Una cosa è chiara, scrivono gli investigatori: «Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che il sottosegretario ha incaricato spesso il suo capo-segreteria di incontrare gli imprenditori locali e non, per richiedere loro posti di lavoro».
Ieri, intanto, l'incontro a Roma tra il procuratore Giuseppe Pignatone e l'aggiunto Paolo Ielo da un lato e il procuratore Luigi Gay, l'aggiunto Francesco Basentini e il pm Laura Triassi si è concluso con un nulla di fatto. Roma ha acquisito solo gli atti in cui si parla del ministro dei Trasporti Graziano Delrio, che ha presentato una denuncia come vittima di un ipotetico dossieraggio. Nessuna decisione sull'eventuale trasferimento di atti da parte della procura di Potenza che oggi interrogherà l'ammiraglio Giuseppe De Giorgi.

Ultimo aggiornamento: 12:26