Inchiesta petrolio, verso richiesta archiviazione per sottosegretario De Filippo

Mercoledì 13 Aprile 2016
Inchiesta petrolio, verso richiesta archiviazione per sottosegretario De Filippo

Finito per 24 ore nella bufera per l'inchiesta petrolio, dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo (Pd), potrebbe vedere rapidamente definita la sua posizione con una archiviazione. Saputo di essere indagato per il reato di corruzione per induzione a fini elettorali, il sottosegretario si è presentato nel pomeriggio di oggi negli uffici della procura di Potenza ed ha chiesto di essere interrogato. Ha risposto alle domande dei pm Francesco Basentini e Laura Triassi, chiarendo tutti gli aspetti che ne hanno determinato l'iscrizione nel registro degli indagati. Gli si muovono addebiti legati ad un presunto 'scambiò di favori con l'ex sindaco di Corleto Perticara (Potenza) Rosaria Vicino (Pd): quest'ultima, alla vigilia di una consultazione elettorale, avrebbe 'spintò in paese per persone della corrente di De Filippo, in cambio dell'interessamento di quest'ultimo per l'assunzione di un figlio della stessa Vicino, in un'azienda impegnata nelle estrazioni petrolifere. De Filippo, durante l'interrogatorio, ha spiegato tutti i passaggi della vicenda, compreso il senso di alcune intercettazioni telefoniche, al punto - secondo quanto è trapelato - che molto presto i pm chiederanno l'archiviazione della parte di inchiesta che lo riguarda. Intanto Alternativa Libera e M5S hanno chiesto le sue dimissioni Per il resto la giornata dell'inchiesta sul petrolio è stata caratterizzata da un «confronto a distanza» sull'Eni: a Roma i Carabinieri del Nucleo operativo ecologico che parlano in Commissione parlamentare sulle ecomafie del «risparmio» sullo smaltimento di rifiuti della compagnia (fino a 100 milioni),e a Potenza i consulenti della compagnia che attestano il rispetto di tutte le norme . Inoltre durante il question time alla Camera, la ministra per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha ribadito la «piena fiducia» del Governo nel viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, citato in alcune intercettazioni telefoniche, difendendolo senza esitazione.

In precedenza, sempre a Roma, il comandante del Noe, il generale Sergio Pascali, ha spiegato alla Commissione sulle ecomafie che in un anno, dal settembre 2013 al settembre 2014, l'Eni ha risparmiato dai 40 ai 100 milioni smaltendo in modo irregolare i rifiuti liquidi prodotti al centro oli di Viggiano (Potenza). Una circostanza, fra le altre, che ha indotto Sinistra Italiana a ribadire la richiesta di una commissione d'inchiesta ad hoc sul petrolio, mostrando ai giornalisti, alla Camera, barattoli pieni di liquami invece che di acqua. L'inchiesta, comunque - ha spiegato il Noe - non ha accertato inquinamenti delle falde acquifere, sfiorando però l'ipotesi di disastro ambientale (non contestata perchè non è emersa una relazione tra emissioni e patologie riscontrate sulle persone). A Potenza, intanto, nelle stesse ore, l'Eni ha schierato davanti ai giornalisti, esperti di fama anche internazionale per dimostrare, con tanto di slide, di aver agito «nel pieno rispetto della legge» e delle autorizzazioni. In particolare, gli esperti hanno respinto qualsiasi accusa sulla reiniezione delle acque che, in un pozzo petrolifero, vengono in superficie insieme al greggio.

La reiniezione «nel mondo risulta di gran lunga l'opzione preferita in termini di impatto ambientale» (in California, Nuovo Messico e Texas, in totale, vi sono 80 mila pozzi di reiniezione).

La qualità dell'aria nel centro oli di Viggiano presenta «valori significativamente inferiori ai rispettivi limiti normativi» e la salute dei dipendenti è «sostanzialmente buona». Si tratta di linee della posizione che l'Eni avrà venerdì davanti al Tribunale del riesame di Potenza: la compagnia chiederà il dissequestro di due vasche del centro oli (fermo dal 31 marzo, con lo stop all'estrazione di 75 mila barili di petrolio al giorno) e di un pozzo di reiniezione. «I dati ci danno tranquillità», ha detto Massimo Mantovani, capo dell'ufficio legale dell'Eni.

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA