Uova alla diossina a Marghera, basta mangiarne uno per superare la dose giornaliera tollerabile: l'allarme dei comitati

Sabato 16 Settembre 2023 di Giacinta Gimma
Uova alla diossina a Marghera - Foto di Karl Allen Lugmayer da Pixabay

MARGHERA - Basterebbe mangiare un uovo prodotto da galline allevate all'aperto a Villabona e a Malcontenta per superare la dose settimanale tollerabile di diossine, furani e policlorobifenil. È quanto emerge dal biomonitoraggio indipendente svolto dal coordinamento "No Inceneritore Fusina" con il supporto scientifico di Isde Italia (Medici per l'ambiente).

Che vadano avviati degli approfondimenti lo evidenzia lo stesso Isde, intanto è forte l'allarme suscitato nel Coordinamento dai primi esiti del monitoraggio. Esiti presentati ieri dai comitati e da Vitalia Murgia di Isde Italia a Venezia a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale.

 

LO STUDIO


«Siamo di fronte a una situazione allarmante, di grave rischio per la salute di quanti vivono intorno al sito di interesse nazionale di Porto Marghera. L'indagine è stata condotta durante l'estate su quattro campioni di uova (ciascuno composto da sei unità) provenienti da galline allevate all'aperto in pollai familiari, senza uso di antibiotici o altri prodotti chimici. Le uova sono state prelevate con tutte le precauzioni del caso e affidate a un laboratorio accreditato Acredia specializzato in analisi alimentari. Due campioni provenienti, il primo dalla zona di Villabona e il secondo dall'area agricola a Sud di Malcontenta (Comune di Mira) è stato sottolineato - hanno evidenziato valori altissimi di PCDD/F e PCB (diossine, furani e policlorobifenil), da due a oltre cinque volte il limite di legge. In pratica si tratta di uova avvelenate». Migliori risultano gli esiti su campioni prelevati in centro a Marghera e a Sud di Oriago: gli inquinanti, in questo caso, risultano «nei limiti fissati dal Regolamento europeo 2023/915, ma molto al di sopra delle soglie cautelative europee, tanto che con due di queste uova i bambini al di sotto dei dieci anni superano la dose settimanale tollerabile». Il monitoraggio ha messo in luce anche la presenza di Pfas che, sebbene entro i limiti, risultano abbondanti (fino a 680 nanogrammi/Kg a fronte di un limite fissato in 1700 ng/Kg). «Questo dato smentisce chi rassicura sull'assenza di rischi per questi inquinanti nel territorio veneziano. Quando presentano progetti come i nuovi inceneritori, sentiamo dire che va tutto bene. La realtà è un'altra e questa ricerca hanno denunciato gli esponenti dei comitati all'incontro cui hanno partecipato i consiglieri regionali Cristina Guarda, Elena Ostanel, Erika Baldin, Arturo Lorenzoni e Andrea Zanoni - non fa altro che confermare livelli di smog da record, veleni disseminati in aria, in acqua e nei suoli da decenni. Il VI Rapporto Sentieri curato dall'Istituto superiore di sanità afferma che nella nostra zona ci si ammala e si muore di più rispetto alla media regionale. Ora non possiamo più mangiare i prodotti della nostra terra».


 

LE RICHIESTE


Di qui, le richieste alla Regione: lo stop al carbone nella centrale Enel Palladio, ai lavori per la seconda linea dell'inceneritore di Veritas e al progetto di inceneritore per fanghi di Eni Rewind, la trasparenza sulle emissioni degli impianti di Porto Marghera, la misurazione dei Pfas al camino degli inceneritori, un nuovo studio sulle ricadute dei fumi dell'inceneritore e l'avvio di una campagna estesa di analisi sui suoli e sugli alimenti in tutta l'area vasta intorno a Porto Marghera.

Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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