VOLI
MESTRE Il posto più rilassante dell'aeroporto di Venezia è il

Venerdì 14 Dicembre 2018
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MESTRE Il posto più rilassante dell'aeroporto di Venezia è il moving walkway, quel lungo corridoio creato per collegare la darsena con l'aerostazione, passando per il garage multipiano, sempre al coperto, camminando su un tappeto automatico, in un ambiente condizionato e con grandi vetrate che danno sull'esterno. Il posto più stressante in assoluto, invece, è il varco di sicurezza dove gli agenti verificano che nessuno porti prodotti pericolosi addosso o nel bagaglio a mano.
MISURAZIONE SCIENTIFICA
E fino a qui ci poteva arrivare chiunque con un po' di immaginazione. Il fatto, però, è che la misurazione scientifica del grado di stress o di relax che si prova è importante per il gestore dello scalo per capire come rendere sempre più vivibile l'aerostazione, e in particolare per Save che sta per avviare i nuovi lavori per un ulteriore grande ampliamento della struttura. Per questo la società di gestione del Marco Polo e del Canova di Treviso, nonché capofila del sistema aeroportuale del Nordest con Verona e Brescia, ha affidato alla trevigiana Tsw l'incarico di eseguire un test per dare il via alla prima analisi di esperienza psicofisiologica aeroportuale in Italia, finalizzata in particolare all'analisi dell'efficacia della segnaletica informativa del Marco Polo: perché se le indicazioni sono troppe creano confusione, se sono poche provocano ansia. Nell'aeroporto londinese di Heathrow, ad esempio, nel 2016 hanno installato una parete di quasi 1700 piante e il livello di stress dei passeggeri è diminuito drasticamente.
IN AEROSTAZIONE 100 MINUTI
Considerando che, mediamente, i viaggiatori rimangono all'interno dell'aerostazione un'ora e mezza, si comprende quanto sia importante la qualità di quell'esperienza strettamente legata, poi, al volo. Si può, insomma, migliorare la qualità della vita all'interno dell'aeroporto, per rendere il viaggio sempre più confortevole, ma bisogna farlo a ragion veduta: non basta mettere luci soffuse, quadri alle pareti, confortevoli bar per far star bene i clienti ma bisogna capire dove, come e quando intervenire.
Il primo test condotto al Marco Polo ha coinvolto 40 volontari: muniti di eye tracking glasses, occhiali che rilevano il movimento oculare, e stress bracelet, braccialetti che misurano il livello di stress, hanno fato tutto quel che fanno i viaggiatori nelle diverse aree, parcheggi, trasporti pubblici, darsena, check-in, varchi di sicurezza, zona partenze e zona arrivi. Alla fine sono stati intervistati sulle loro aspettative e le eventuali barriere incontrate, nonché sul grado di stress e sul carico cognitivo generati dai diversi momenti dell'esperienza aeroportuale.
Lo studio continuerà negli scali di Treviso, Verona e Brescia «per indagare le criticità delle esperienze offerte dall'intero sistema aeroportuale - spiega Andrea Geretto, direttore commerciale e marketing non aviation del Gruppo Save -. La qualità dell'esperienza, infatti, è una delle chiavi fondamentali nello sviluppo dei servizi agli utenti».
Elisio Trevisan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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