Vaticano: archistar a Venezia

Mercoledì 21 Marzo 2018
Vaticano: archistar a Venezia
L'INIZIATIVA
L'arte torna nel tempio. Anche senza scomodare Dante e l'incipit della sua Commedia - nel mezzo del cammin di nostra vita mi trovai in una selva oscura - nel Padiglione concepito dal Vaticano per la Biennale d'Architettura è facilmente rintracciabile la ricerca spirituale di una umanità peregrina sulla terra, che vaga nel labirinto della vita, stavolta immaginato tra gli alberi del magnifico parco dell'Isola di San Giorgio, a Venezia. Il progetto del Padiglione della Santa Sede per la XVI Mostra Internazionale deriva da un modello preciso, la Cappella nel Bosco costruita nel 1920 dall'architetto Gunnar Asplund nel cimitero di Stoccolma. Meditazione, spiritualità, natura e Dio al centro nel percorso della finitezza umana. Il progetto si avvale anche della collaborazione della Fondazione di Venezia.
A dieci archistar il Vaticano ha chiesto di progettare dieci cappelle. Il compito di sceglierle è stato affidato al professor Francesco dal Co che ha seguito criteri internazionali e rappresentativi delle periferie tanto amate da Papa Francesco. Andrew Berman (Usa), Javier Corvalan Espinola (Paraguay) , Sean Godsell (Australia), Teronobu Fujimori (Giappone), Norman Foster (Gran Bretagna), Flores & Prats (Barcellona), Map Studio, Smiljan Radic Clarke (Cile), Eduardo Souto de Moura (Portogallo), Carla Juacaba (Brasile) assieme all'unico italiano selezionato: Francesco Cellini.
IL DEBUTTO
È la prima volta che la Santa Sede entra nello spazio della Biennale architettura e lo fa su un'isola, penetrando l'oasi di un bosco. Tutto è molto simbolico, a cominciare dal numero delle cappelle che sono state progettate, dieci, «quasi un decalogo» spiega il cardinale Gianfranco Ravasi, motore dell'iniziativa. Ieri mattina ha svelato ogni particolare dell'evento assieme al professor Paolo Baratta, presidente della Biennale, il quale ha messo in evidenza l'importanza della presenza d'Oltretevere tra i 65 Paesi espositori. «L'architettura è una specie di arte politica. E' il punto di incontro dell'uomo che diventa cittadino, la cartina di tornasole della civiltà. La presenza della Santa Sede in questa riflessione sullo spazio comune ha un grande significato».
BUDGET
Cemento sottile, legno, vetro, ceramica, linee pure ed essenziali e, naturalmente, l'elemento essenziale della croce come punto in comune per realizzare dieci cappelle ormai agli ultimi ritocchi. La più piccola misura 10 metri per 7, sono eco compatibili e possono essere riciclate in altri ambienti. Alcune, come quella di Cellini, sono state realizzate all'esterno per poi essere assemblate a San Giorgio. «Il progetto che ho immaginato ha previsto una cappella basilare quasi interamente fatta in ceramica, in una fabbrica di Sassuolo. Proprio in questi giorni la stanno imballando e verrà assemblata la settimana dopo Pasqua» ha chiarito l'architetto. Quanto costa la sua cappella? «Pochissimo: meno di 50 mila euro».
I FONDI
Sui costi generali dell'operazione il professor Dal Co chiarisce che il budget complessivo stanziato dal Vaticano per la sua presenza alla Biennale è limitatissimo, all'incirca 400 mila euro, naturalmente coperto da tanti sponsor. «In questo caso io preferirei chiamarli mecenati» chiosa il cardinale Ravasi. La Piaggio, ha fornito dei mezzi elettrici che sono necessari per coprire le distanze nel parco di San Giorgio tra una cappella e l'altra. Di fatto la visita alle dieci Vatican Chapels risulterà una sorta di pellegrinaggio non solo religioso ma anche laico, condotto chi vorrà riscoprire la bellezza, il silenzio, la voce interiore e la fraternita' umana dello stare insieme.
Franca Giansoldati
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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