Uccise Maila, 30 anni di carcere

Martedì 17 Dicembre 2019
Uccise Maila, 30 anni di carcere
CAVARZERE
Trent'anni di reclusione e il pagamento di 165 mila euro a titolo di provvisionale ai familiari della vittima, un anticipo sul risarcimento danni complessivo che dovrà essere quantificato dal Tribunale civile.
Ieri pomeriggio, il giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Andrea Battistuzzi, ha condannato Natalino Boscolo Zemello in relazione all'uccisione della moglie, Maila Beccarello, brutalmente picchiata nell'agosto dello scorso anno. La sentenza lo ha riconosciuto colpevole del reato di omicidio volontario, con l'aggravante di aver agito contro la coniuge, applicandogli lo sconto di un terzo della pena dovuto al fatto che il processo è stato celebrato con rito abbreviato. Il gup ha applicato la recidiva alla luce dei precedenti penali dell'uomo, ma non ha riconosciuto le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Ugualmente, non ha accolto la richiesta della difesa che, attraverso l'avvocato Andrea Zambon, ha cercato invano di far ottenere all'imputato le attenuanti generiche.
SGUARDO DI SFIDA
La zia Monica e la sorella Alice, presenti all'udienza, hanno lamentato il fatto che Boscolo Zemello ha continuato a guardarle con aria di sfida, definendo «esemplare» la sentenza di condanna. Hanno quindi ringraziato i legali che le hanno assistite al processo, gli avvocati Francesco Schioppa e Paolo dalla Vecchia, costituiti parte civile anche in rappresentanza della madre della vittima. La provvisionale liquidata dal giudice rischia comunque di restare simbolica, in quanto l'imputato non possiede beni sui quali potersi rivalere. A battersi per la condanna a 30 (pena base l'ergastolo, con lo sconto assicurato dal rito abbreviato) è stato il sostituto procuratore Stefano Buccini, il magistrato che ha coordinato le indagini.
Decisiva per la sentenza è stata la perizia psichiatrica effettuata dal dottor Carlo Schenardi, secondo il quale Boscolo Zemello era perfettamente capace di intendere e di volere al momento del fatto, descrivendolo come un uomo caratterizzato da «affettività piatta... incentrato solo su se stesso... senza nessun senso di pietà per la vittima», né alcun senso di colpa. Un «bugiardo patologico» che non è riuscito a contenere la rabbia (in mancanza di freni inibitori, annullati anche dall'utilizzo massiccio di sostanze stupefacenti) agendo con estrema violenza contro la donna, colpita con bastone o una spranga e anche con un coltello, come ha certificato l'autopsia eseguita dal dottor Antonello Cirnelli.
DIFESA INVEROSIMILE
Nel corso dell'inchiesta il trentaseienne di Cavarzere ha sempre raccontato una versione ritenuta inverosimile, poiché in netto contrasto con il risultato degli accertamenti medico legali, ovvero di aver colpito Maila semplicemente con due schiaffi e un pugno, facendola cadere a terra. Ma non solo dalle indagini è emerso il carattere violento dell'uomo, che aveva creato un vero e proprio clima di terrore al quale Maila non aveva avuto la forza di reagire: non soltanto non ha mai denunciato le botte ricevute, ma ha perfino cercato di nasconderle a familiari e amici.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni: l'avvocato Zambon ha già annunciato che presenterà appello. Nel frattempo Boscolo Zemello resta detenuto in carcere, in regime di custodia cautelare.
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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