L'ANNIVERSARIO
Sono passati 25 anni dall'ultimo genocidio compiuto nel cuore d'Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale. L'11 luglio del 1995 le unità serbo-bosniache del generale Ratko Mladic entravano nella cittadina bosniaca di Srebrenica portando stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Il massacro di 8.372 civili in quell'estate di sangue è stato l'epilogo di un assedio iniziato tre anni prima e segna una pagina di storia che non ha ancora visto una piena assunzione di responsabilità da parte dell'Europa. Nel 25mo anniversario del massacro di Srebrenica, il Mittelfest - un festival che include l'area balcanica nelle proprie sinergie artistiche aveva programmato per oggi uno spettacolo divenuto classico: Srebrenica, una storia d'assedio di Roberta Biagiarelli, ma il Covid ha sballato tutto e l'attrice marchigiana porterà la sua testimonianza a Cividale del Friuli l'11 settembre (info 0432733966 - www.mittelfest.org). Nel frattempo questa sera lo spettacolo-testimonianza sarà in onda su Rai Radio3 a chiudere una programmazione monografica dedicata a Srebrenica, con voci e testimonianze dalla storia.
CRONACA DI UN GENOCIDIO
Lo spettacolo è un intenso monologo che parte da questa idea, sbattendo sulla scena un susseguirsi di parole-testimonianza potenti che hanno la forza della cronaca cruda e vera. L'attrice, sola sul palco, per più di un'ora diventa narratrice e protagonista di una storia dove la ragion di stato e gli interessi di politica internazionale, hanno giocato a risiko con la vita di decine di migliaia di persone. L'opera della Biagiarelli ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici. «Ci siamo chieste spesso, procedendo in questo lavoro, se non fosse troppo ambizioso voler riempire di senso parole come Assedio o Massacro, voler colmare la distanza tra l'una e l'altra parte del mare rimarca l'interprete - La risposta non l'abbiamo ancora trovata. Oggi raccontare questa storia è sempre più difficile. Le parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore di molti. Semplicemente abbiamo tentato di dare una voce agli eventi».
OLTRE 600 REPLICHE
La testimonianza sul genocidio ha debuttato nel 1998 e ad oggi ha visto oltre 600 repliche in Italia e fuori (nel 2019 è stato anche al Parlamento Europeo). «È diventato un classico perché non parla del passato, ma del presente e del futuro in cui vogliamo vivere dice l'autrice - L'intuizione condivisa con Simona Gonella di andare a lavorare su una materia viva e bruciante, senza ancora una distanza storica, mi ha legato in maniera forte alla città, che ancora oggi vive malissimo le spinte nazionalistiche contrastanti. «Srebrenica è ancora un luogo che non sai come mettere in salvo - conclude - L'ho visto cambiare in 22 anni ed è molto complicato. Finché l'Europa non prende coscienza, anche dopo i processi, che Srebrenica è come Auschwitz o Dachau rimarrà un vuoto importante».
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA Sono passati 25 anni dall'ultimo genocidio compiuto nel cuore d'Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale. L'11 luglio del 1995 le unità serbo-bosniache del generale Ratko Mladic entravano nella cittadina bosniaca di Srebrenica portando stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Il massacro di 8.372 civili in quell'estate di sangue è stato l'epilogo di un assedio iniziato tre anni prima e segna una pagina di storia che non ha ancora visto una piena assunzione di responsabilità da parte dell'Europa. Nel 25mo anniversario del massacro di Srebrenica, il Mittelfest - un festival che include l'area balcanica nelle proprie sinergie artistiche aveva programmato per oggi uno spettacolo divenuto classico: Srebrenica, una storia d'assedio di Roberta Biagiarelli, ma il Covid ha sballato tutto e l'attrice marchigiana porterà la sua testimonianza a Cividale del Friuli l'11 settembre (info 0432733966 - www.mittelfest.org). Nel frattempo questa sera lo spettacolo-testimonianza sarà in onda su Rai Radio3 a chiudere una programmazione monografica dedicata a Srebrenica, con voci e testimonianze dalla storia.
CRONACA DI UN GENOCIDIO
Lo spettacolo è un intenso monologo che parte da questa idea, sbattendo sulla scena un susseguirsi di parole-testimonianza potenti che hanno la forza della cronaca cruda e vera. L'attrice, sola sul palco, per più di un'ora diventa narratrice e protagonista di una storia dove la ragion di stato e gli interessi di politica internazionale, hanno giocato a risiko con la vita di decine di migliaia di persone. L'opera della Biagiarelli ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici. «Ci siamo chieste spesso, procedendo in questo lavoro, se non fosse troppo ambizioso voler riempire di senso parole come Assedio o Massacro, voler colmare la distanza tra l'una e l'altra parte del mare rimarca l'interprete - La risposta non l'abbiamo ancora trovata. Oggi raccontare questa storia è sempre più difficile. Le parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore di molti. Semplicemente abbiamo tentato di dare una voce agli eventi».
OLTRE 600 REPLICHE
La testimonianza sul genocidio ha debuttato nel 1998 e ad oggi ha visto oltre 600 repliche in Italia e fuori (nel 2019 è stato anche al Parlamento Europeo). «È diventato un classico perché non parla del passato, ma del presente e del futuro in cui vogliamo vivere dice l'autrice - L'intuizione condivisa con Simona Gonella di andare a lavorare su una materia viva e bruciante, senza ancora una distanza storica, mi ha legato in maniera forte alla città, che ancora oggi vive malissimo le spinte nazionalistiche contrastanti. «Srebrenica è ancora un luogo che non sai come mettere in salvo - conclude - L'ho visto cambiare in 22 anni ed è molto complicato. Finché l'Europa non prende coscienza, anche dopo i processi, che Srebrenica è come Auschwitz o Dachau rimarrà un vuoto importante».
Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA