«Spazio alla musica Ci farà sentire uniti»

Martedì 22 Settembre 2020
IL COLLOQUIO
C'è un rapporto di speciale amicizia che lega Sir Antonio Pappano, tra i massimi direttori d'orchestra del nostro tempo, e Luigi Piovano, primo violoncello dell'Orchestra di Santa Cecilia. Il loro incontro cameristico risale a una ventina di anni fa e da quando il Maestro inglese è divenuto direttore musicale dell'orchestra romana la loro collaborazione si è ulteriormente intensificata, approdando alla recente incisione discografica edita da Arcana, comprendente opere di Brahms e Martucci. Vedendo i due Maestri provare si comprende come la simbiosi e la naturalezza che li caratterizza sorgano da una lunga storia, intessuta di esperienze, stima reciproca, capacità di cogliersi al volo e inventarsi vicendevolmente.
Li abbiamo incontrati brevemente prima del recital con opere di Brahms e Rachmaninov che hanno tenuto all'Auditorium Pollini, evento organizzato da Musikè, rassegna promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Maestro Pappano, come ha vissuto l'esperienza del lockdown?
«È stato un periodo di riflessione e autoanalisi. Ho potuto però suonare di più il pianoforte, che mi ricorda le mie origini e mi consente di comunicare con me stesso. Si impara molto essendo costretti a creare il proprio suono».
Dove ha trascorso questi mesi?
«Sono rimasto a Londra, ritrovandomi a mettere il freno a una vita che andava a duecento all'ora Non è stato facile nemmeno fermare due macchine da guerra come il Covent Garden e l'Accademia di S. Cecilia, ero molto preoccupato».
C
ome sta avvenendo ora la ripresa dell'attività?
«In Italia la situazione è sicuramente migliore, abbiamo già realizzato alcuni concerti all'aperto e al chiuso. A Londra è prevista una riapertura delle programmazioni tra ottobre e novembre, con rappresentazioni di opere in forma di concerto per arrivare a dicembre ad allestimenti di più ampio respiro. Il fondamentale problema dei teatri londinesi è che si reggono per il 95% sugli introiti della bigliettazione e gli ingressi limitati non la garantiscono».
Come avete mantenuto il contatto con il pubblico e i giovani durante la chiusura?
«A Londra ho registrato alcuni clip analizzando scene d'opera e realizzando duetti virtuali; alcuni video sono stati preparati anche dal coro e dall'orchestra. Poi in streaming sono passate riprese di concerti e opere liriche».
Maestro Piovano, quale ruolo eserciterà in futuro lo streaming?
«La trasmissione online dei concerti dal vivo può affiancare ma non sostituire l'emozione di un concerto in presenza. I sofisti dicevano che non ci si lava mai con la stessa acquaQuesto avviene anche in ogni performance: la situazione muta di volta in volta ed è irripetibile. Una soluzione porrebbe essere quella di accorciare la durata del concerto ed eventualmente proporre doppie serate per garantire al pubblico l'accesso in sicurezza. Ricordiamo che si tratta di una situazione di emergenza che prima o poi avrà un suo termine.
Quali sono i programmi di S. Cecilia per i prossimi mesi?
«È stata da poco resa nota la programmazione del '20-'21, prevede molti appuntamenti sinfonici e cameristici di alto profilo che si svolgeranno in sede. Il tutto naturalmente con il beneficio del dubbio, ma il popolo italiano ha sempre dimostrato una particolare abilità nel gestire situazioni estemporanee. Diverso il discorso delle tournée, legate alla disponibilità dei Paesi che ci accolgono. Dovevamo per esempio esibirci al Musikverein ma Vienna è da poco stata dichiarata zona arancione. È necessario avere pazienza, ponderazione e coraggio per una situazione complessa».
La parola chiave?
«Essere uniti. Non solo sul palco, al di là della musica e del direttore che ci guida. Quando si tratta poi di Pappano l'alchimia che si sviluppa è straordinaria. Serve compattezza anche nella società e coraggio da parte delle istituzioni politiche.
Letizia Michielon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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