SANITA'
TREVISO Una emorragia che secondo l'accusa venne sottovalutata perché

Giovedì 20 Febbraio 2020
SANITA'
TREVISO Una emorragia che secondo l'accusa venne sottovalutata perché quando iniziò a perdere molto sangue, tre giorni dopo l'operazione alla prostata a cui venne sottoposto alla casa di cura Giovanni XXIII di Monastier, Bruno Marzella avrebbe dovuto essere trasportato d'urgenza al Ca' Foncello di Treviso. Ma l'anestesista, che era anche il medico di guardia, non avrebbero valutato correttamente la situazione e il 69enne Marzella morì poco dopo il suo ricovero a Treviso. È questa la ricostruzione dei fatti che emerge dalle indagini della Procura di Treviso e che ha portato al processo nei confronti del medico veneziano Antonio Silvestri, finito alla sbarra con l'accusa di omicidio colposo. Il procedimento iniziato ieri mattina racconta, almeno a leggere gli atti dell'indagine, di un grave caso di malasanità. Il 24 settembre 2016 Bruno Marzella, pensionato di San Biagio di Callalta, fu sottoposto ad un intervento chirurgico. Sembrava che l'operazione fosse andata bene ma qualche ora ci furono complicazioni. Il quadro sanitario di Marzella deteriorò rapidamente, cuore in sofferenza. Quello di cui i sanitari di Monastier non si sarebbero accorti subito è che i tessuti interessati dal bisturi avevano iniziato a sanguinare. Si trattava di una importante emorragia ma la situazione fu evidenziata solo qualche ora dopo e il 69enne tornò nuovamente in sala operatoria. Però a quel punto tutto era già compromesso. Fu deciso il ricovero in ospedale a Treviso ma Marzella giunse al Ca' Foncello troppo tardi. Responsabile per la Procura l'anestesista veneziano che si difende: «Le mie valutazioni - ha spiegato - sono state il frutto di quello che mi venne riferito dai chirurghi. Ho preso le mie decisioni sulla base delle informazioni fornite». de.bar.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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