Quel concerto a San Marco tra successi e magiche luci

Martedì 7 Luglio 2020
LA RIEVOCAZIONE
A rivedere in queste ore le immagini in rete di quelle due serate in piazza San Marco, si capisce che quei concerti hanno segnato una tappa decisiva della musica in città. Non solo per la straordinaria bellezza della Basilica lievemente illuminata o per la magìa di tutta l'area Marciana, ma anche per l'arrivo in città di uno dei compositori più conosciuti. Con il suo straordinario mondo sonoro.
LE VOCI DEL SILENZIO
Per ognuno dei due concerti, il 10 e l'11 settembre del 2007, si sono presentati a San Marco circa cinquemila spettatori (tra loro anche Riccardo Cocciante) a conferma del fascino inarrivabile del progetto organizzato dal Casinò. Un evento che Ennio Morricone teneva a presentare anche per la sua più recente composizione di allora, quella Voci dal silenzio eseguita qualche anno prima all'Arena di Verona sempre in concomitanza con la data dell'11 settembre.
«Il concerto di Venezia sarà un mix - aveva annunciato lui stesso qualche giorno prima dell'evento, confermando il forte interesse per l'opera - tra i brani che so essere particolarmente graditi al pubblico, perché mi vengono sempre richiesti, alternati ad altri che piacciono a me. Inoltre per ricordare l'11 settembre, anniversario dell'attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York, eseguirò un mio brano Le Voci del Silenzio che conterrà un omaggio alle vittime di quella tragedia»
In questo caso Morricone si era avvicinato alle avanguardie del Novecento per dare un messaggio ancora più aspro e teso, contro ogni forma di guerra e di sopraffazione. Un tema vicino alla dissonanza, con voci recitanti e immagini dure per raccontare al mondo le sofferenze di tutti gli innocenti oppressi, tramite un testo del poeta nero Richard Rive, vittima della discriminazione razziale.
Poi, superato questo momento lacerante che ha riproposto Morricone nel contesto della produzione più colta, il fascino delle storiche colonne sonore ha preso il sopravvento grazie anche all'incisivo apporto del coro del teatro della Fenice.
CINEMA
Morricone, che da sempre si faceva accompagnare all'Orchestra Roma Sinfonietta, con il suo abituale frac nero si era sistemato al centro del palco dominato soprattutto da quattro imponenti lampadari in vetro di Murano, riannodando rapidamente i fili della sua lunga esperienza a fianco dei grandi registi. E l'immagine che ha consegnato il concerto alla storia della città è proprio quella del maestro assorto con alle sua spalle la bellezza cosmopolita della Basilica di San Marco illuminata di blu. Da qui un continuo viaggio nelle emozioni con gli imperdibili arrangiamenti di C'era una volta il West, C'era una volta in America, Giù la testa, Il buono, il brutto e il cattivo e poi ancora Mission con la cantante Susanna Rigacci ad impreziosire melodie già efficaci e destinate a rimanere per sempre nella storia della musica. Davvero imperdibile anche Abolisson tratta dal lavoro di Gillo Pontecorvo Queimada.
Ma quella sera, una volta concluso l'applauditissimo evento, l'impressione più profonda era che l'intreccio tra piazza San Marco e le composizioni di Morricone fosse una delle così più naturali che ci potessero essere.
Gianpaolo Bonzio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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