«Ponte Molin, disabili presi in giro»

Mercoledì 24 Luglio 2019
«Ponte Molin, disabili presi in giro»
ACCESSIBILITÀ
VENEZIA Una «grande presa in giro» per i disabili. Un «triste epilogo prevedibile», visto l'«atteggiamento non collaborativo delle istituzioni coinvolte». Il Comitato accessibilità scende in campo sulla vicenda del ponte Molin, a San Basilio, chiuso perché pericolante. L'ultimo atto di un tormentone che ha visto contrapporsi per mesi Porto e Comune, a cui ora rivolgono il loro appello quelli del Comitato, nato dall'iniziativa di alcuni genitori di ragazzi disabili che vivono nella zona. Tra i due litiganti, alla fine, chi ci sta già rimettendo sono proprio i loro figli - denunciano - e i tanti disabili che utilizzavano questo ponte essenziale per i collegamenti con la terraferma, oltre che con le sedi universitarie di San Basilio.
SCONTRO TOTALE
La storia, come noto, è annosa. Il ponte è di proprietà del Porto che aveva avviato l'iter per ricostruirlo ex novo, completamente accessibile. Ma il progetto finale, già autorizzato dai tecnici in una conferenza di servizi, era incappato nelle critiche sollevate da alcuni consiglieri di quartiere e comunali a cui non era piaciuta la rampa ad esse progettata dallo studio Rampazzo. Si era mossa persino una associazione di architetti veneziani, pure molto critici verso il progetto dei colleghi, che aveva presentato delle contro-proposte. Alla fine l'ultimo via libera del Comune non era arrivato, mentre le posizioni delle due parti si sono irrigidite, fino al precipitare di questi giorni quando, con il Redentore alle porte e un ponte sempre più vacillante, il Porto ha deciso di chiuderlo e di avviare l'iter per la sua ricostruzione dov'era e com'era, senza preoccuparsi più della sua accessibilità. Le stesse rampe provvisorie, che restavano tutto l'anno, secondo il Porto, ora non sono di sua competenza, ma del Comune. Opposta la tesi degli uffici comunali, secondo cui deve essere il Porto a pensare alle rampe. Insomma, un muro contro muro.
OCCASIONE PERSA
Ed ecco la rabbia del Comitato accessibilità che punta il dito contro l'«atteggiamento non collaborativo delle istituzioni coinvolte che non sono state in grado (e questa volta la Soprintendenza non c'entra) di definire una modalità di intervento che sapesse cogliere la grande occasione posta dal rifacimento di un ponte relativamente recente che poteva e doveva rinascere accessibile, senza interventi temporanei da ricontrattare ogni volta. Troppo bello per essere vero, no, nella città che si è resa ridicola per la vicenda del Calatrava e ovovia non si impara dall'esperienza e si ripercorre la medesima strada, si costruisce il ponte con tutti i suoi gradini e poi ci si penserà con rampe mobili che verranno comunque criticate perché occupano la fondamenta...».
L'APPELLO
Il Comitato sottolinea come i disabili vedano «sfumare l'opportunità di ottenere un pezzo di città in più in cui muoversi» e se la prende anche con chi dai social aveva tuonato contro il progetto del nuovo ponte: «Il traguardo era vicino questa volta, ma va tutto a rotoli per la felicità dei leoni da tastiera, gruppo piccolo ma agguerrito che si attiva ad ogni nuova iniziativa a favore di chi ha problemi di mobilità». Lancia, infine, il suo appello ad «Autorità Portuale e Comune, affinché si attivino per trovare un dialogo e individuino una soluzione definitiva senza perdere questa grande occasione, ricordando loro che visto che si parla di qualità di vita delle persone più fragili non è il momento di arroccarsi su giochi di forza, si trovino per cortesia altri campi di gioco».
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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