Piero Pelù: «Duetto con Greta Assieme contro l'indifferenza»

Domenica 10 Novembre 2019
L'INTERVISTA
«Il duetto più incredibile della mia vita». Non è stato certo un duetto tradizionale quello immaginato da Piero Pelù per il suo nuovo brano Picnic all'inferno, uscito il 18 ottobre quale anteprima del nuovo tour Benvenuto al mondo. L'artista fiorentino, anima dei Litfiba, ha deciso di puntare tutto sull'ambiente, con un brano che intreccia la sua musica e i suoi versi alle parole della giovanissima Greta Thunberg pronunciate nel dicembre 2018 a Katowice (Polonia). Una «guerra contro l'indifferenza» che Pelù combatte accanto alla ragazza simbolo dell'impegno delle nuove generazioni a tutela dell'ambiente. I fan potranno ascoltare questo brano dal vivo, assieme ai brani storici, in sei date del nuovo tour che inizierà il 13 novembre, inclusa una in Veneto, in programma sabato 16 novembre al Super Sonic Music Arena di San Biagio di Callalta (info biglietti www.friendsandpartners.it). Sul palco Piero Pelù porterà tutto il repertorio solista e dei Litfiba, da La Preda (1983) fino a Eutòpia (2016) e al nuovo singolo, accompagnato dai Bandidos (Giacomo Castellano James Castillo alla chitarra, Luca Martelli Luc Mitraglia - batteria, cori e sequenze, Dado Neri Black Dado al basso, doppia chitarra e cori).
Come nasce Picnic all'inferno?
«Non sono nuovo ai temi ambientali. Quando sono entrato in studio di registrazione, mi è venuta in mente questa ragazza che si è messa davanti ai potenti del mondo con una grandissima forza. Il suo coraggio mi aveva colpito. Con Luca Chiaravalli abbiamo cercato il discorso di Greta su Youtube, quello che aveva fatto in Polonia, e dopo due o tre ore di taglia e cuci sembrava che Greta cantasse sul mio pezzo. La sua voce si intrecciava benissimo alla mia».
Ha sentito Greta prima di pubblicare il pezzo?
«Certamente, abbiamo contattato il suo entourage, poi abbiamo tradotto la mia canzone così che la potessero leggere. Dopo qualche tempo, ci è stato dato l'ok. La canzone era piaciuta. Ci hanno lasciato con il fiato sospeso per due mesi, ma ne è falsa la pena. È stata la scoperta anche di una nuova finestra musicale».
In che senso?
«In questo brano c'è molta sperimentazione. Oltre al rock e al blues c'è anche l'elettronica. La bellezza di questo pezzo la si potrà percepire dal vivo, grazie ai meravigliosi musicisti che mi accompagnano».
Quanto è importante per un artista l'impegno sociale e ambientale?
«Non vivo di calcoli. Forse è questo il mio limite. Faccio solo quello in cui credo. Sono fatto così. Ho voluto realizzare un brano su un tema che tocca tutti profondamente. Qualcuno si è lamentato. Non mi interessa. Per me, il rispetto per l'ambiente vince su tutto e più che mai sui distributori di odio».
Questo brano è preludio ad un nuovo album?
«Al momento mi concentro sul tour, anche se, certo, io non smetto mai di scrivere!».
Questo suo tour arriva in un momento di pausa dai Litfiba. Come si sta in pausa da una band come i Litfiba?
«Il 99,9 per cento delle band al mondo ha un momento nella sua storia in cui fa pausa perché i suoi componenti cercano qualcosa cui tengono per arricchirsi. È normale. E poi, non lo nascondo, il 2020 sarà un anno speciale. L'8 marzo festeggio 40 anni di carriera e a fine 2020 festeggeremo i 40 anni dal primo concerto dei Litfiba».
Un anno molto importante.
«Certo, ma lo sarà anche il 2021, 2023, Finché durerò farò musica e ogni anno sarà speciale».
In questi anni ha dato prova di sapersi evolvere, abbracciare nuovi stili, il tutto con un animo selvaggio. Quanto è importante la dimensione live per lei?
«Fondamentale. L'8 marzo del 1980 feci il primo concerto in un circolino di Firenze. Non avevo neanche il palco. Mi diedero una stanza della tombola. Dissi che volevo il palco. Andai a comprare una corda e legai insieme i tavoli. È così che da 40 anni costruisco canzoni e metto insieme spettacoli nuovi».
Sara De Vido
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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