Mose, scontro tra Cvn e imprese

Giovedì 9 Luglio 2020
Mose, scontro tra Cvn e imprese
LA GRANDE OPERA
VENEZIA Scontro aperto tra gli amministratori straordinari del Cvn, Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola, e le piccole medie imprese che sono rimaste all'interno del Consorzio, dopo l'uscita delle grandi coinvolte nello scandalo. Tutto ruota attorno alla mancanza di liquidità del Cvn, che non ha soldi né per pagare le imprese consorziate (avanzano circa 8 milioni), né i suoi dipendenti. Le imprese avevano diffidato gli amministratori dall'usare le loro trattenute per pagare le spese di funzionamento del Cvn, chiedendo invece che quei soldi fossero usati per appianare i loro crediti. Ora gli amministratori hanno risposto con una lettera in cui ricordano che il Consorzio, a sua volta, avanza 120 milioni dai consorziati, stilando un elenco, voce per voce. «Ma si tratta di partite che riguardano il passato, nulla hanno a che fare con noi! - sbotta Devis Rizzo, il presidente di Kostruttiva - Sono rimasto sconcertato a fronte di questa risposta di cui non capisco il senso. Dove vogliono andare a parare?». A due giorni dal test di sollevamento del Mose, la lettera è destinata ad arroventare un clima giù teso. Sullo sfondo il destino degli amministratori, la guerra che hanno in corso con il provveditore Cinzia Zincone e il commissario Elisabetta Spitz, il futuro stesso del Cvn e soprattutto la gestione del Mose.
LE CONTESTAZIONI
Ieri intanto è arrivata a Venezia la stessa Spitz, per una visita all'isola alla bocca di porto del Lido, cuore del test di domani, dove dovranno essere ospitati i membri del Governo. Gli altri ospiti resteranno su una motonave. Una formula, questa del test-passerella (per cui è atteso anche il premier Giuseppe Conte, oltre alla ministra Paola De Micheli) che viene contestata da molti. Ieri si è fatto sentire il Codacons che definisce l'evento una «pagliacciata». «Allo stato attuale troppe sono le incognite che minano la riuscita del Mose scrive il Codacons in una nota Alcuni errori tecnici e aspetti critici sollevati attraverso complesse perizie tecniche realizzate dai nostri consulenti (ing. Vincenzo Di Tella, Paolo Vielmo e Gaetano Sebastiani) e dalla società franco-canadese di ingegneria off-shore Principia, non hanno mai trovato risposta. Come la questione della risonanza subarmonica (in condizioni di mare agitato e venti forti le paratoie sono soggette a instabilità dinamica con gravi rischi per la loro tenuta), dei collaudi (le paratoie non sarebbero mai state collaudate in condizioni meteo estreme) e della manutenzione. Un quadro che potrebbe determinare la totale inutilità del Mose con effetti negativi su Venezia e sui cittadini, e che darebbe il via ad azioni legali contro il Comune di Venezia che ha autorizzato una inaugurazione inopportuna in assenza delle necessarie risposte ai quesiti posti dai tecnici». «Questa resta un'opera che non ha un progetto - aggiunge Di Tella - Anche il problema della sabbia che si accumula sulle paratoie andava risolto in fase di progetto. Quando emerse, sette anni fa, l'ordine di Mazzacurati fu di minimizzare. Da allora non si è fatto nulla». Nella sua nuova lettera il Codacos chiede al sindaco di Venezia di «consentire l'apertura di un tavolo tecnico per la gestione condivisa e trasparente dell'opera, assicurando vicinanza concreta agli interessi della comunità e della Città di Venezia, rispetto del diritto di tutti a ricevere le informazioni inerenti l'opera, non adottare comportamenti che di fatto sembrano alludere a forme di censura».
A mobilitarsi, in vista del test-evento, ci sono anche i No grandi navi: danno appuntamento a tutti, domani, alle 9, in Bacino, con i barchini. «Contestiamo l'assurda celebrazione del Mose, la grande opera inutile e dannosa».
R. Br.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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