Messer Leonardo e Giorgione

Giovedì 12 Dicembre 2019
Messer Leonardo e Giorgione
Vittorio Sgarbi

Il breve passaggio a Venezia di Leonardo lascia tracce importanti. Fortemente leonardesca, ad esempio, è la Madonna con bambino tra le sante, capolavoro di Giovanni Bellini, il più grande pittore veneziano, più anziano di Leonardo, ma così intelligente da far tesoro delle novità portate dagli artisti più giovani. Quando Leonardo arriva a Venezia, Bellini ne succhia lo spirito e crea una meravigliosa composizione che di leonardesco ha, rispetto ai paesaggi e alle architetture tipici di Bellini, un fondo nero, lo stesso fondo della Dama con l'ermellino. La fonte d'ispirazione di questa composizione e di questa bellissima Maddalena è sicuramente Leonardo, e in particolare una splendida pittura, La Scapigliata conservata a Parma.
Quindi, Bellini, un pittore più dotato, dal punto di vista tecnico, di Leonardo, ne condivide la dimensione spirituale e, anzi, vi si riconosce. Ma la presenza a Venezia di Leonardo e del suo allievo, Agostino da Lodi, determinano ulteriori influenze. Leonardo era un pittore di caricature, e un suo foglio sembra essere all'origine del volto del Cristo dodicenne fra i dottori di Dürer, anche lui attivo a Venezia, e della Vecchia di Giorgione, amico e allievo di Bellini che, partendo proprio da quella caricatura di Leonardo a Venezia, realizza un suo capolavoro, una vecchia intensamente vera, che tiene in mano un cartiglio, col tempo. È l'immagine di una bellezza sfiorita, la bellezza da Dolce Stil Novo trasformata dal tempo ma con una dolcezza e una verità che rendono umana la caricatura di Leonardo.
IL LEGAME CON GIORGIONE
Una relazione tra Leonardo e Giorgione è riscontrabile anche nel capolavoro del pittore veneziano, la Tempesta, attraverso la mediazione di Giovanni Agostino da Lodi che a Venezia dipinge due paesaggi conservati al Museo Thyssen- Bornemisza di Madrid, due paesaggi puri, i primi della pittura moderna, agli inizi del Cinquecento, dove le figure non sono contro il paesaggio, quindi dominanti su di esso, ma dentro il paesaggio. La Tempesta di Giorgione è, dunque, un esempio dell'influenza di Leonardo, almeno per come io interpreto questo dipinto. Molta parte della critica ha cercato di trovarvi dei valori simbolici, e invece di vedervi una sorta di Déjeuner sur l'herbe, come lo leggo io, di presenze nel paesaggio, interpreta il quadro come un'improbabile allegoria di Adamo ed Eva o delle virtù della Fortezza e della Carità.
Nel 1525, un viaggiatore e collezionista d'arte curioso, Marcantonio Michiel, si reca nelle case delle famiglie nobili di Venezia per vedere le opere di Giorgione, che non erano opere pubbliche o destinate alle chiese, ma destinate ai privati, dipinti di soggetti musicali o poetici. Il proprietario della Tempesta, Vendramin, che aveva evidentemente conosciuto Giorgione, non dice a Michiel che il quadro è un'allegoria e rappresenta Adamo ed Eva, ma lo descrive con queste parole, riportate dal Michiel: una teletta con la zingara e il soldato e la tempesta nel cielo.
CAPOLAVORO
Da qui viene il titolo La tempesta. Sembra poco plausibile che, a distanza di appena quindici anni, il proprietario potesse dare un'interpretazione sbagliata, non corrispondente al vero dell'opera. Se il proprietario del quadro non intese indicare un'interpretazione simbolica, è perché il dipinto non ce l'ha mai avuta, e dunque il Vendramin descrive esattamente quanto il quadro racconta. E qual è il protagonista di un'opera così intensa? È un elemento meteorologico, il lampo nel cielo che attraversa il paesaggio e riverbera luce elettrica sulle architetture annuncio della pioggia che sorprende i due i personaggi in un pomeriggio d'estate. Niente di più semplice e naturale, e credo proprio questa semplicità e naturalezza siano l'influenza di Leonardo su Giorgione, questa curiosità per la natura, per i fenomeni naturali, per un fulmine nel cielo che sorprende l'uomo e che merita di essere raccontato. Questo è il significato di questo dipinto falsamente misterioso, ma chiarissimo. Quest'opera, idealmente, introduce alla Gioconda, opera sulla quale, in modo analogo, si sono generate interpretazioni straordinarie, esoteriche, mentre anch'essa non rappresenta altro che quello che si vede.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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