La fede dopo la pandemia Parrocchie in assemblea

Domenica 12 Settembre 2021
La fede dopo la pandemia Parrocchie in assemblea
L'INCONTRO
MESTRE Per andare a Messa non serve il Green pass. Non per il momento, salvo che il patriarca Francesco Moraglia non decida in altro modo nella riunione in programma con gli altri vescovi del Nordest, domani e martedì, con anche questo tema all'ordine del giorno. Per adesso valgono le indicazioni della Conferenza episcopale italiana che nella lettera dell'8 settembre scorso invita caldamente alla vaccinazione. «Ci sono alcune attività pastorali si legge che possono esporre a un particolare rischio di contagio o perché svolte in gruppo (come la catechesi) oppure per la loro stessa natura (come le attività coreutiche). La cura delle relazioni chiede d'incentivare il più possibile l'accesso alla vaccinazione dei ministri straordinari della Comunione Eucaristica; di quanti sono coinvolti in attività caritative; dei catechisti; degli educatori; dei volontari nelle attività ricreative; dei coristi e dei cantori».
L'ASSEMBLEA
Nessun obbligo dunque, e quindi nessun controllo formale all'ingresso delle chiese, ma una forte raccomandazione a immunizzarsi, più ancora che avere il Green pass. Se n'è parlato ieri a margine della prima assemblea del nuovo vicariato di Mestre nato dalla fusione dei tre precedenti: Mestre centro, Carpenedo e Castellana, che si è tenuta all'istituto salesiano San Marco con la partecipazione di un'ottantina di fedeli, in rappresentanza delle 25 parrocchie aderenti, per le quali si conta un totale di circa 127mila abitanti, poco più di un terzo della popolazione di tutta la diocesi. A guidare l'incontro sono stati don Natalino Bonazza e don Fabio Longoni, assistiti da una serie di laici alcuni dei quali già impegnati nell'esperienza dei Dialoghi per la città, come la docente universitaria Federica Giummolè, Simone Carraro e Stefano Bellato di Carpenedo. «Registriamo una necessità di fede più presente che mai in questo post pandemia», ha affermato Longoni spiegando che la via maestra è quella della collaborazione: «Diversamente perderemo il treno del futuro. Le nostre comunità sono chiamate ad essere propositive nel campo aperto della società, senza arroccamenti. L'annuncio cristiano deve impattare con l'umano, altrimenti non serve. Costruiamo relazioni e servizi reciproci perché a domande comuni si possano dare risposte comuni».
I TEMI APERTI
Ieri i partecipanti hanno discusso in dieci tavoli di lavoro di cinque tematiche: generare alla fede; essere Chiesa nella città che cambia; incontrare il povero a Mestre; andate in tutto il mondo; per una città di fratelli. «Il nostro orizzonte è Mestre, il nostro motto: incontrarsi per riconoscersi ha sottolineato Bonazza Quella che nasce non è una pur sempre auspicabile intesa tra sacerdoti, né un'operazione di vertice: è una modalità di partecipazione delle varie componenti le comunità che finalmente non si limita a declamare il coinvolgimento e la responsabilizzazione dei laici, ma cerca di concretizzarli». Di fatto l'assemblea ha segnato l'avvio del nuovo anno pastorale per questo neonato super vicariato, mentre le attività cominciano a rimettersi in moto un po' in tutte le parrocchie, ferme restando le incertezze ancora legate alla pandemia che nell'ultimo anno e mezzo ha allontanato molti dalla frequenza della Messa e dalla vita comunitaria.
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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