IL PROGETTO
I pennacchi della Basilica di San Marco di Venezia, dapprima semplice

Martedì 18 Maggio 2021
IL PROGETTO
I pennacchi della Basilica di San Marco di Venezia, dapprima semplice struttura architettonica e successivamente supporto per i mosaici, sono al centro del pensiero che anima il Padiglione Italia promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e curato da Alessandro Melis. Tutta la struttura è costituita da spandrel, letteralmente pennacchi, termine tecnico usato dal biologo dell'evoluzione Stephen Jay Gould per descrivere la resilienza: «Se una struttura o un organismo sono ridondanti, variabili e diversi, questi in natura sono considerati resilienti, cioè capaci di adattarsi a condizioni e scenari non prevedibili e che potranno essere utilizzati in contesti che oggi non conosciamo», spiega il curatore Alessandro Melis. Il Padiglione Italia, focalizzandosi sul problema del cambiamento climatico e dell'attuale pandemia, si propone come laboratorio per immaginare nuove strategie: «Non diamo soluzioni ma possibili contributi».
ECOLOGIA
All'interno vengono proposte varie architetture ecologiche, in cui natura e artificio si incontrano. Spandrel è proprio il nome di una delle principali installazioni: una sorta di banca del seme, organizzata in collaborazione con l'Orto botanico di Padova, in cui tre alberi artificiali alti tre metri presentano al loro interno delle biosfere che controllano temperatura, umidità e luce, consentendo ai semi di essere protetti e conservati. «Gli alberi, che prendono spunto dalla coda dell'Alien del film di Ridley Scott, potrebbero essere utilizzati come pilastri di strutture architettoniche al cui interno far nascere delle piante» spiega Melis. Altra installazione incentrata su recupero e tecnologia è invece Plasticity, una struttura alta quattro metri che richiama l'idea di un iceberg realizzata mediante stampante 3d con la plastica recuperata negli oceani. Molte sono le installazioni realizzate con materiali sperimentali come Cyberwall 1, una struttura in grado di assorbire lo smog riducendo l'inquinamento dell'aria, e Cyberwall 2, realizzata con un materiale antibatterico e antivirale.
AEROPONICA
Presenti anche strutture per la coltivazione aeroponica e con materiale organico per ridurre le emissioni di Co2 nell'aria e Genoma, dove un fungo mucillaginoso espandendosi con l'umidità viene utilizzato come frangisole. Tutte le installazioni si ispirano alle macchine leonardesche nate dall'osservazione della natura. Leonardo Da Vinci poi come poligrafo insegna che le crisi si superano con la transdisciplinarietà. Proprio per questo il Padiglione Italia propone riflessioni tra architettura, botanica, agronomia, arte, medicina e biologia. Fondamentale il contributo del filosofo Telmo Pievani, allievo di Stephen Jay Gould, che ha sottolineato come la natura lavori sempre in economia. Lo stesso padiglione è realizzato con i materiali di recupero di quello della Biennale Arte 2019. Nel percorso espositivo non mancherà la testimonianza di resilienza delle comunità delle Dolomiti e delle aree terremotate del centro Italia, inoltre con il caso dell'ex acciaieria Ilva di Taranto verrà data attenzione al problema della rigenerazione urbana. Tra gli esempi più illustri quello della comunità di Peccioli che negli anni '80 ha accettato nel suo territorio una discarica in cui convergono i rifiuti di buona parte della Toscana: «È proprio dagli studi condotti in questo centro che è nato un robot in grado di fare la spesa per le persone disabili, caso unico in Italia» sottolinea Melis. Il Padiglione Italia ha voluto contribuire personalmente alla resilienza di una comunità del Camerun commissionando ad Arturo Vittori una Warka Tower per la produzione dell'acqua che sta per essere terminata, i cui dettagli sono resi noti in mostra.
Francesca Catalano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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