Da Sergio Leone a Scorsese ricordi inediti tra le pellicole

Mercoledì 23 Ottobre 2019
CINEMA
«Per me, che venivo dalle borgate, andare ai Parioli era un viaggio epocale. Quella sera Totò ci accolse a casa sua con addosso una vestaglia rosso cardinale con i pon pon. In tavola, per ognuno di noi, c'era un piatto grande con altri due. A casa ero abituato a mangiare in due sullo stesso piatto: mi sembrava di sognare».
E il toccante ricordo di Ninetto Davoli quando, giovanissimo, Pasolini lo portò a casa di Totò per ragionare su Uccellacci e uccellini, il film che metteva assieme due personalità così diverse. Questa e tante altre testimonianze sono raccolte negli Appunti corsari (Marsilio), presentato alle Giornate del cinema muto, che Andrea Crozzoli ha scritto tracciando il suo percorso quarantennale nel mondo del cinema.
Crozzoli, tra i fondatori di Cinemazero e delle Giornate del cinema muto di Pordenone, dalla fine degli anni Settanta è stato uno dei più attivi critici cinematografici del Nordest soprattutto attraverso l'organizzazione di eventi, mostre e la partecipazione ai festival di Venezia, Berlino, e Cannes. In questo incessante girovagare dentro le sale e a contatto diretto con le giurie ha raccolto non solo gli umori dei diversi protagonisti (registi, attori, produttori, sceneggiatori, autori e studiosi), ma anche le varie tendenze che hanno caratterizzato lo sviluppo della cinematografia in questo impegnativo lasso di tempo. I suoi sono racconti di prima mano che aiutano a capire situazioni e rapporti e scenari spesso poco conosciuti. Si passa dagli eroi del muto (Max Linder e Lillian Gish) al cinema italiano di ieri e di oggi focalizzando poi l'attenzione soprattutto sui set di Federico Fellini e Pier Paolo Pasolini.
LE TESTIMONIANZE
«Per girare Per un pugno di dollari - racconta Sergio Leone in una delle tante interviste del testo - volevo James Coburn ma chiedeva troppi soldi. Poi ho visto questo tipo magro, Clint Eastwood, che si accontentava della metà. Gli misi un poncho per sopperire alla carenza di spalle, la barba lunga per indurirlo e un sigaro perennemente in bocca». Da qui un'intensa pagina di storia. Se il nostro cinema è costantemente caratterizzato dal tema centrale della famiglia, la stagione del neorealismo è servita a tracciare linee estetiche profonde, soprattutto all'estero. «La mia vita è stata segnata dai film del neorealismo - ammette Martin Scorsese - a tal punto che ero convinto di essere italiano. Poi sono venuto in Italia e ho capito di essere americano». Tra un festival e la presentazione di nuove pellicole, Crozzoli riporta anche i racconti e le curiosità legate ai grandi fotografi e al loro impatto sulle produzioni, da Tazio Secchiaroli al meno noto Pierluigi Praturlon al quale si devono gli scatti di Anita Ekber alla fontana di Trevi ne La dolce vita. Un itinerario ricco e molto personale che, tra ricordi, aneddoti, emozioni e scommesse, offre una visione d'insieme efficace in parte elaborata attraverso il Nordest.
Gianpaolo Bonzio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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