Caro direttore,
sono titolare e CEO di Confezioni Peserico spa, una azienda vicentina,

Domenica 5 Aprile 2020
Caro direttore,
sono titolare e CEO di Confezioni Peserico spa, una azienda vicentina, del comparto tessile, che in questi anni si è distinta, a livello internazionale, per i risultati economici e per la tutela dei propri dipendenti. Le aziende come la mia si trovano a dover affrontare diversi tipi di difficoltà e problematiche mai avute prima e quindi con soluzioni dettate più dal buonsenso che da calcoli matematici privi di uno storico. Dobbiamo finire di spedire la primavera-estate 2020 e pur avendo già tutta la merce a magazzino da più di un mese i governi dei mercati come la Cina, la Corea, il Giappone ed infine Italia ed Europa tutta hanno imposto la chiusura degli esercizi commerciali, le nostre amate boutique, i nostri stores, ben 31 nel mondo. La settimana scorsa ha chiuso anche l'America ed ora sta chiudendo la Russia, paese nel quale non più tardi di una ventina di giorni orsono abbiamo aperto un nostro, ampio monomarca. Tutto questo comporta che la merce a magazzino difficilmente si riuscirà a spedire una volta riaperti i negozi con una perdita economica incredibile visto che oltre alla lavorazione abbiamo già sostenuto i costi di materie prime, facon, trasporti, dazi ecc. Dobbiamo far fronte a resi, spostamento di pagamenti e aiuto nella svalutazione dei saldi da parte dei clienti di ogni parte del pianeta. Con la chiusura di tutto i clienti non si sono più mossi per venire negli showroom per fare ordini e quindi stop alle vendite. Una continua trattativa da parti loro per ridurre o annullare ordini fatti a novembre e una serie di altre problematiche non facili da gestire. A questo si devono aggiungere affitti, stipendi e produzioni da pagare pur avendo le attività chiuse. Per non distruggere l'economia si dovrebbe far fronte agli affitti, agli stipendi, creando una linea di credito, senza garanzie personali, per allungare i termini di pagamento delle aziende, sospendendo imposte e tasse. In una seconda fase lo Stato, per dare impulso al mercato, dovrebbe contribuire in buona parte ai costi fissi delle aziende per poter finanziare gli investimenti. Tutte le aziende che con questi interventi riusciranno a rialzarsi creando reddito dovranno destinare una quota parte degli utili dei prossimi due anni ai dipendenti. Questa crisi ci offre l'opportunità storica di ritornare a vendere le collezioni nei tempi più appropriati rispettando quanto più possibile le stagioni, iniziando ad agosto per l'autunno, a settembre per l'inverno, a febbraio per la primavera e a marzo per l'estate. Così facendo si potrà vendere la merce al suo reale valore senza svalutarla. La bellezza non si arrende. Ce la faremo.
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