Addio a Detto Mariano firma del Clan e di Battisti

Giovedì 26 Marzo 2020
MUSICA
In questi giorni di inesorabili elenchi funebri, di numeri di contagiati e morti, di gente comune e talvolta più famosa che ci ha lasciato tra dolore personale e ansia collettiva, ieri se n'è andato a 82 anni, per questo maledetto coronavirus, anche Detto Mariano (che ribaltò, in arte, il proprio nome e cognome), compositore di brani celebri, musiche da film e soprattutto talentuoso arrangiatore di pezzi fondamentali della canzone italiana, specialmente negli anni '60, legando soprattutto la sua creatività alla cerchia del Clan di Celentano e soprattutto al primo Battisti, che si giovò del suo apporto per sbancare le classifiche con entusiasmanti successi.
GLI ESORDI
Nato nel 1937 a Monte Urano, in un paesino del fermano allora con poco più di tremila abitanti, impara ben presto il piacere della musica dal padre organista. Decisivo, alla fine degli anni '50, il suo incontro, durante il servizio di leva, con Adriano Celentano, che già si stava facendo un nome nell'ambiente milanese. La loro amicizia porta il cantante a suggerirgli di entrare nel complesso dei Ribelli, suo gruppo di accompagnamento nelle serate, dove ci sono anche il batterista Gianni Dall'Aglio, che ieri ha dato per primo la notizia della scomparsa, e il nipote Gino Santercole e non ancora Demetrio Stratos. Trasferitosi così da Torino, raggiunta con la famiglia ancora quand'era bambino, a Milano, Detto Mariano entra nella famiglia artistica del Clan: musica il brano 200 all'ora cantato proprio dai Ribelli e inizia la sua attività principale di arrangiatore con il botto: Sei rimasta sola, portata al successo proprio dal Molleggiato. Sono gli anni '60, gli anni d'oro della canzone italiana e anche di Detto Mariano: scrive con Don Backy diversi brani, come L'immensità, Canzone e Casa Bianca (anche se anni dopo il cantante gli intentò causa esigendo l'intera paternità dei brani) e arrangia, per più di un lustro, praticamente l'intero repertorio del Clan, dal quale tuttavia se ne andrà verso la fine del decennio, lasciando un ambiente non privo di contrasti e turbolenze e approdando ad altre case discografiche, tra cui la Ricordi, dove lega il suo nome alla produzione Mogol-Battisti, al quel tempo in rapida e gloriosa affermazione: la sua firma finisce, tra gli altri, su Acqua azzurra acqua chiara, Mi ritorni in mente, 7 e 40, Fiori rosa fiori di pesco, ma anche Insieme per Mina, dove nel libro Pensieri e parole di Luciano Ceri, Detto Mariano ricorda come dovettero tribolare per convincerla a cantare una canzone che all'inizio non le piaceva per niente, sbagliandosi.
IL RITORNO
Dopo aver collaborato ancora con diversi altri artisti, come se n'era andato dal Clan, tornò agli inizi '70 con Celentano, al quale arrangia la sorprendente, all'epoca, Prisencòlinensinàinciùsol e soprattutto compone le musiche per il film Yuppi du, girato nel 1974 dallo stesso cantante. L'attività di compositore per il cinema correra lungo parallela, con oltre una trentina di lavori, da Ratataplan a Qua la mano, da Asso a Eccezzziunale veramente, da Culo e camicia a Grandi magazzini, chiudendo la sua prestigiosa carriera con gli arrangiamenti, nel 2017, per Le migliori, album in duetto tra Mina e Celentano.
Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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