«Accademie di Belle Arti ora più forti»

Sabato 24 Luglio 2021
L'INTERVISTA
La nomina è di qualche giorno fa. Un veneziano al vertice degli organi di rappresentanza delle Accademia di Belle Arti e di Conservatori italiani. Fabio Moretti, avvocato, titolare di uno dei maggiori studi legali specializzati nei settori Moda e generi di lusso, è stato scelto come numero uno della Conferenza nazionale dei Presidenti delle Accademie di Belle arti, un organismo che coordina il lavoro dei 20 istituti distribuiti sul territorio nazionale. Moretti è anche presidente dal 2019 delle Belle arti di Venezia.
Avvocato, un incarico che offre a Venezia un palcoscenico nazionale.
«Senz'altro. Si tratterà di compenetrare le tradizionali esperienze culturali della nostra istituzione con quelle di una agevole iniziativa manageriale. Chi viene chiamato a ruoli di responsabilità in questo settore deve saper unire tutto questo anche con una spiccata conoscenza e competenza nel mondo dell'arte».
Quali sono le sfide che attende il sistema delle Accademie di Belle arti nel nostro Paese?
«Sono molteplici. Anche al momento della nomina, di fronte al ministro dell'Università e della Ricerche. Maria Cristina Messa, ho voluto sottolineare come alla guida di Accademie e Conservatori, ci siano esponenti come magistrati, avvocati, imprenditori, editori) che dimostrano l'interesse della società civile verso queste istituzioni. Altresì, tutti questi collaborano con i singoli direttori che hanno il compito di curare la didattica e la formazione più diretta. La coabitazione ha sempre offerto ottimi risultati».
In un quadro generale quali sono i temi che caratterizzeranno la sua azione?
«Il tema principale è senz'altro il riconoscimento del grado di istruzione universitaria che Accademie e Conservatori già offrono, ma che sulla carta ancora non è così chiaro. E non lo è innanzitutto per il corpo docenti che merita maggiori riconoscimenti. Insomma, fare il professore all'Accademia di Belle Arti e/o in un Conservatorio deve essere maggiormente riconosciuto proprio per la specificità della scelta. Ma c'è anche un altro aspetto importante»
Cosa?
«I nostri istituti, proprio per il richiamo che hanno non solo a livello nazionale, ma anche all'estero, necessitano di un percorso di maggiore internazionalizzazione; che da un lato favorisca l'approccio all'italiano da parte degli studenti stranieri, dall'altro si impostino corsi di lingua italiana per tutti coloro che frequentano Accademie e Conservatori. Abbiamo un patrimonio straordinario e ci sono ragazzi che
vengono da tutto il mondo perchè siamo l'Italia, la terra della musica e dell'arte».
Il futuro cosa riserva?
«Innanzitutto lo sviluppo dei nostri enti, anche dal punto di vista finanziario con le quote che potranno essere assegnate con il Recovery Fund. E poi intensificare il coordinamento tra le Accademie che devono restare profondamente immerse nel territorio, dialogare con le istituzioni culturali come la Biennale, e con il mondo delle imprese così come abbiamo fatto a Venezia iniziando una collaborazione con la Samsung».
Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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