Procedure carenti: ispezione al Canova

Venerdì 12 Luglio 2019
L'INDAGINE
TREVISO Le raccomandazioni dell'Agenzia nazionale per la sicurezza in volo sono già state recepite. Nei giorni scorsi due emissari dell'Aeronautica militare di Roma, che hanno ricevuto incarico ufficiale dall'Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile) hanno effettuato un'ispezione alla torre di controllo dell'aeroporto Canova per indagare non solo sulle cause dell'inconveniente che il 7 maggio ha rischiato di provocare una collisione nello scalo trevigiano, ma anche sulle carenze delle attuali procedure di gestione del traffico aeroportuale. Sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori ministeriali ci sono in particolare i protocolli contenuti nel registro delle istruzioni permanenti interne, che regolamentano l'esercizio delle funzioni delegate al Controllo di Torre gestito dall'Enav.
I FATTI
La mattina del 7 maggio un Boeing della Ryanair in partenza per Amburgo si era visto concedere l'autorizzazione al decollo mentre un altro aereo della medesima compagnia era in fase di atterraggio in direzione opposta. Il comandante del Boeing, scorgendo le luci dell'altro vettore che ormai era quasi in prossimità della pista, aveva subito intuito il pericolo, confermato anche dall'intervento via radio del collega in volo che ha tempestivamente avvisato la torre di controllo di essere in procinto di toccare terra. Il frenetico scambio di comunicazioni ha portato la torre di controllo a realizzare l'incompatibilità fra le due autorizzazioni bloccando l'aereo che aveva appena terminato il rullaggio prima di impegnare la pista e consentendo all'altro di completare la fase finale dell'atterraggio.
MARGINI DI RISCHIO
Grazie all'accortezza dei due equipaggi, alle buone condizioni di visibilità e alla pronta reazione dell'operatore di Torre, l'episodio ha rappresentato solo un rischio potenziale. Tuttavia tale evento ha avuto anche il merito di portare alla luce problematiche che ora devono essere necessariamente affrontate. E l'ispezione di Enac si inserisce proprio in questo contesto. La grave mancanza di procedure e normative locali in grado di prevenire eventi del genere va approfondita. In sostanza: un controllore di volo ha commesso chiaramente un errore, ma non esisterebbe a Treviso alcun serio criterio che possa prevenirlo anche in futuro. La cosa dunque potrebbe essere destinata a ripetersi in uno scalo che ha caratteristiche molto particolari come l'uso alternato di una sola pista dalla quale atterraggi e decolli avvengono per direzioni opposte, al fine di evitare passaggi di aeromobili sopra il centro di Treviso, e un numero di movimenti che negli ultimi tre anni è praticamente raddoppiato (da 40 a 80 al giorno).
TUTTO IMMUTATO
Se è cambiato radicalmente il numero dei voli, sono rimaste immutate le procedure locali assegnate ai controllori di volo per gestirli. Ecco il nocciolo della questione. L'adeguamento di questi protocolli è in capo a Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile in 45 aeroporti italiani. Ma non sembra che al Canova sia mai intervenuta per regolarizzare la situazione sviluppando metodi adeguati che neutralizzino la possibilità di qualsiasi errore o equivoco che, in un ambiente operativo così delicato, può degenerare in pochi istanti in un disastro aereo. Una zona grigia sulla quale è necessario intervenire tempestivamente, senza minimizzare, eliminando al più presto ogni possibile fattore di rischio.
Luca Bertevello
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