Molinetto, la perizia choc Gli Stella: «Ora 2 milioni»

Giovedì 19 Settembre 2019
Molinetto, la perizia choc Gli Stella: «Ora 2 milioni»
REFRONTOLO
«Ci sono evidenti responsabilità di tutti i convenuti (nella sostanza il Comune di Refrontolo, con il responsabile civile Unipol Sai, e la Pro Loco di Refrontolo (Walter Scapol, Silvano Antoniazzi, Edy De Se Stefani e Serena Antoniazzi) nella tragedia che il 2 agosto 2014 causò la morte, durante la festa dei omeni al Molinetto della Croda, di Luciano Stella, Maurizio Lot, Giannino Breda e Fabrizio Bortolin, che vennero trascinati via e uccisi da una piena improvvisa del torrente Lierza. Ma soprattutto quella piena improvvisa era prevedibile», è questa, in estrema sintesi, la conclusione della perizia del consulente super partes Gianfranco Tesser, nominato dal giudice che segue la causa civile avviata dagli eredi di Luciano Stella, assistiti dagli avvocati Luciano Gazzola e Marco Fornasiero, contro Comune e Pro Loco di Refrontolo, chiedendo il risarcimento del danno che si aggira complessivamente sui 2 milioni di euro (circa 500mila euro, per moglie, i due figli e il padre), mentre viene lasciato al giudizio del giudice civile la quantificazione del cosiddetto danno catastrofico. Una conclusione quella del perito diametralmente opposta a quella degli esperti che avevano portato all'assoluzione penale dei 4 imputati accusati di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Un altro esperto superpartes, quello nominato dal giudice penale, aveva concluso che la tragedia del Molinetto era stato un evento eccezionale e perciò imprevedibile e, sulla base di tale relazioni, il geologo Celeste Graziera, gli architetti Leopoldo Saccon e Annalisa Romitelli, e il presidente della Pro Loco Walter Scapol erano stati assolti. Ma almeno per tre di loro il calvario non è finito. La Procura ha infatti presentato appello (non ancora fissato) chiedendo la condanna per Graziera, Saccon e Romitelli. «La sentenza penale - ha detto l'avvocato Elisa Pollesel - è inattaccabile. Siamo fiduciosi in un'altra piena assoluzione». I familiari delle altre tre vittime, già nei giorni successivi alla tragedia, ritennero la piena devastante del torrente Lierza un evento imprevedibile. Hanno così scelto di vivere intimamente il proprio dolore senza avviare nessuna causa di risarcimento del danno.
L'ATTESA
Secondo l'avvocato Gazzola la perizia Tesser taglia la testa al toro e non lascia spazio a quelle interpretazioni che, in sede penale, hanno portato, almeno in primo grado, il giudice ha pronunciare sentenza di assoluzione nei confronti dei 4 imputati che erano accusati di omicidio colposo plurimo. «Tra qualche giorno - ha puntualizzato l'avvocato Gazzola - ci ritroveremo davanti al giudice civile. Sulla base della perizia chiederò di arrivare velocemente alla conclusioni e poi alla sentenza. La famiglia Stella merita di ottenere la giustizia che chiede ormai da quel tragico 2 agosto 2014. Il tragico evento era prevedibile». Nella sostanza i 4 eredi Stella, all'epoca 50enne, esaminando quanto stabilito dalle tabelle di Milano, chiedono circa 330mila euro quale danno morale e altri 280 mila per la perdita dell'integrità familiare.
LE DIFESE
Le tesi dei legali della famiglia Stella, già in passato, hanno trovato l'opposizione dei legali di Comune (avvocati Bruno Barel e Stefania Stefan) e Pro Loco (avvocati Pietro Barolo e Boris Cagnin). L'avvocato Crocetta, per Unipol, pur partecipando alla causa civile si era già smarcato fin dalle prime battute ritenendo che la tragedia del Molinetto non rientrasse «Nella copertura assicurativa». Ma sulla fondatezza perizia Tesser ha qualche dubbio l'avvocato Barolo, che tutela gli interessi della Pro Loco: «È vero che la superperizia civile ribalta le conclusioni di quella penale - chiarisce il legale - ma non siamo particolarmente preoccupati. Nella stessa perizia, sostenendo che gli eredi Stella hanno il diritto al risarcimento e che la tragedia era prevedibile, il perito dice che le vittime, poi travolte dalla furia del torrente Lierza, fecero bene a restare nel capannone della festa dei omeni perché all'esterno i pericoli sarebbero stati maggiori. Una conclusione che si commenta da sola. Fuori dal tendone c'era la salvezza». Ora, in atteso dello scontro finale tra avvocati nell'udienza in programma a giorni, bisognerà capire se la Procura chiederà di acquisire la perizia Tesser anche nel penale.
Roberto Ortolan
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