(m.fav.) Era stato contagiato. Poi il coronavirus era sparito. Sembrava tutto finito.

Venerdì 29 Maggio 2020
(m.fav.) Era stato contagiato. Poi il coronavirus era sparito. Sembrava tutto finito. Ma ora il Covid-19 è tornato. Un caso di reinfezione? Possibile. Ma non si esclude neppure che il virus possa essersi nascosto per poi tornare a farsi vedere. Non c'è pace per un infermiere della Prima medicina di Treviso. «Casi del genere ci dicono che il pericolo non è alle spalle all'interno dell'ospedale», avvertono al Ca' Foncello. Non si può abbassare la guardia. Neppure ora che il coronavirus ha rallentato la propria corsa. L'infermiere era tornato a lavorare senza problemi. Dopo il contagio, era risultato negativo al doppio tampone. Ma i successivi controlli, eseguiti ogni 10 giorni nei reparti più esposti al rischio Covid, hanno invece evidenziato che il coronavirus era tornato a far capolino. E così è scattata nuovamente la quarantena. Oltre alle difficoltà personali, la vicenda viene seguita con particolare attenzione perché l'infermiere lavora proprio in uno dei reparti più delicati, dove le visite dei familiari ai pazienti ricoverati sono state bloccate per scongiurare il rischio che possa esplodere un nuovo focolaio. Dopo il contrordine arrivato dagli ultimi test, l'Usl della Marca ha effettuato verifiche mirate nelle aree dove era intervenuto l'infermiere con l'obiettivo di far emergere subito eventuali nuovi contagi. «Sono già state portate a termine specifica Francesco Benazzi, direttore dell'Usl della Marca e non sono emersi altri casi». Escluso l'incubo focolaio all'interno dell'ospedale, restano da chiarire i contorni di un contagio che appare quanto mai strano. Fino a questo momento nel trevigiano ci sono stati solo quattro casi simili. «Dobbiamo capire prova a semplificare Roberto Rigoli, direttore del centro di microbiologia di Treviso se si tratta di reinfezioni oppure di situazioni particolari nelle quali il virus riesce ad andare sotto traccia, senza che sia più possibile rilevarlo, per poi tornare su. E, soprattutto, appurare se queste persone restino sempre infettive o meno».
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