LO SCENARIO
TREVISO La Lega a palazzo dei Trecento cambierà capogruppo.

Giovedì 13 Agosto 2020
LO SCENARIO TREVISO La Lega a palazzo dei Trecento cambierà capogruppo.
LO SCENARIO
TREVISO La Lega a palazzo dei Trecento cambierà capogruppo. Manca l'ufficialità, ma è praticamente certo che Riccardo Barbisan farà un passo indietro rinunciando all'incarico. Nelle ultime 48 ore il malessere di tanti consiglieri comunali è scoppiato, anche se non deflagrato pubblicamente. Tanto per fare un esempio: nessuno ha scritto nulla nella chat comune della maggioranza, ma il passaparola c'è stato tra veloci telefonate e chiacchierate informali. Il quadro è però chiaro: nessuno condanna umanamente Barbisan, da questo punto di vista la difesa e unanime. Ma l'opportunità politica sta prendendo il sopravvento. E al sindaco Mario Conte è stato fatto arrivare un messaggio molto chiaro: «Dobbiamo discutere di questo problema». C'è chi ammette senza troppi giri di parole di non sentirsi più rappresentato, di voler cambiare l'uomo che in consiglio rappresenta in tutto e per tutto l'immagine del partito. Nella particolare organizzazione leghista, ogni intervento di peso è demandato al capogruppo. È lui quello che interviene quando c'è da difendere la giunta, il partito, o da tracciare la linea politica su tematiche particolarmente importanti. Insomma: un punto di riferimento. Barbisan, travolto dalle polemiche, adesso è in una posizione di debolezza e un cambio sembra la soluzione migliore per tutti. Conte intanto prende tempo: «Affronteremo la situazione di Riccardo al momento giusto, senza fretta, parlando con il gruppo di maggioranza e coinvolgendo anche i segretari».
LE IPOTESI
Le soluzioni per il dopo-Barbisan sono varie. C'è quella interna che prevede la promozione a capogruppo del giovane Matteo Marin o di Maurizio Franco. C'è poi un'ipotesi più suggestiva, ma anche decisamente più complicata: far confluire nel gruppo della Lega la Lista Quartieri espressione del sindaco Conte e nominare capogruppo l'ex assessore ed ex sindaco di Preganziol Sergio Marton. Ma di tutto questo si parlerà a fine mese, al ritorno dalle vacanze.
L'ANALISI
Spettatore interessato di tutto quanto sta avvenendo dentro è fuori Palazzo dei Trecento è Gian Paolo Gobbo, ex sindaco e padre della Lega trevigiana. Di tempeste ne ha viste e affrontate tante: «Vedremo cosa deciderà il partito - mette le mani avanti - ma di certo quei tre (Barbisan, Forcolin e Montagnoli ndr) hanno commesso una colossale sciocchezza, penso che siano tutti ben consapevoli della figuraccia fatta. Non è però simpatico vederli alla gogna, sinceramente non se lo meritano. Parliamoci chiaro: non hanno intascato tangenti, rubato o utilizzato soldi per questioni personali. I soldi sono stati subiti girati in beneficenza. L'errore, magari, lo hanno fatto Governo e Inps». Sul destino di Barbisan e degli altri, Gobbo si fa cauto: «Non lo decido io - premette - il presidente Zaia è giusto che faccia le sue valutazioni e si scelga chi poi dovrà collaborare con lui. Però mi piace anche notare un'altra cosa: i veneti sono gli unici, mi pare, ad aver fatto chiarezza al loro interno. I tre consiglieri, anche se in buona fede perché non si sono tenuti niente, hanno fatto un errore enorme. E non si discute. Ma è una nota di merito per il parito aver avuto il coraggio di affrontare tutto alla luce del sole». Ovviamente tutto questo clamore sarebbe stato meglio evitarlo, su questo Gobbo è chiaro: «Di certo non fa bene alla Lega. Non fa bene quanto è accaduto, non fanno però nemmeno bene i processi di piazza. Ovvio che tutto questo si poteva, e si doveva, evitare. Adesso il destino di chi è rimasto coinvolto è da valutare. Di certo chi decide di fare politica a un certo livello deve mettere in conto un po' tutto. Anche che possano accadere episodi spiacevoli. Del resto si sceglie di diventare personaggio pubblico, esposto a ogni cosa. Ma passerà anche questo, come passa tutto».
P. Cal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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