La processione contro il gay pride fallisce l'obiettivo

Lunedì 24 Giugno 2019
LA MANIFESTAZIONE
TREVISO Più poliziotti, che manifestanti. L'annunciato e atteso corteo degli ultracattolici contro la sfilata sabato prossimo del Gay Pride nel centro storico di Treviso in un attimo ieri sera si è ridimensionato nella passeggiata di una decina di soldati di Dio scortati da poliziotti, carabinieri e vigili ubani.
ARRIVO MESTO
Una stazione dei treni sorvergliata speciale ha accolto l'arrivo del movimento integralista: poco meno di dieci persone armate di striscione, microfono e carrellino trasporta cassa amplificatore. Un manipolo di fedeli disorganizzato e scocciato dal troppo clamore. Litanie, preghiere e canti sono stati il sottofondo della lenta processione lungo via Roma fino a piazza dei Signori. «Cuore di Gesù noi ti vogliamo consolare». Parole che risuonavano sotto il sole cocente e tra le facce stupite di cittadini e turisti. Una processione che avanzava lenta bloccando la domenica di festa: auto e bus fermi in colonna in attesa che i penitenti avanzassero. Qualcuno li fotografava, altri scuotevano la testa, altri ancora non capendo bene di cosa si trattasse si aggiungevano al coro di preghiera. E quel che restava dell'annunciato corteo avanzava scortato dagli uomini in divisa.
MESSAGGI DI FUOCO
«Siamo qui per riparare allo scandalo del Gay Pride». In piazza dei Signori il messaggio è stato ripetuto più volte: «Questa generazione corrotta e pervertita va fermata». E poi preghiere, salmi, canti. Crocifissi in mano, volti sofferenti e piegati a cercare anche nella posa una penitenza che possa salvare Treviso dal quella che loro considerano un'onta senza confini. «Proviamo amarezza per questo affronto che già Roma ha dovuto subire: lo ha detto anche il Papa, è stato un affronto al Giubileo del 2000 e un'offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo. Lo ha detto il Papa, non lo diciamo noi».
Estranei all'indifferenza della gente hanno proseguito sulla loro strada. Convinti dell'importanza della loro missione: salvare la città dal passaggio dei barbari. Riuscirà la penitenza di dieci ultracattolici a fermare i tremila del Gay Pride? A sabato la riposta.
Manuela Collodet
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