L'obiettivo di Aiel: «In 10 anni abbattimenti del 70%»

Martedì 19 Febbraio 2019
L'obiettivo di Aiel: «In 10 anni abbattimenti del 70%»
L'ASSOCIAZIONE
TREVISO Basta puntare il dito sul riscaldamento domestico: nel gioco dei rimpalli si finisce per non fotografare la situazione nella sua esattezza. Esiste certo l'inquinamento prodotto da stufe e caldaie, ma l'inquinamento veicolare fa la parte del leone. «I dati ribadiscono che la prima fonte di inquinamento sono le automobili. Bisogna fare chiarezza e smetterla di attribuire gli sforamenti di pm10 e la cattiva qualità dell'aria al riscaldamento. Però, anche noi dobbiamo facilitare il turnover. L'Italia ha un parco caldaie obsolete. Il nostro impegno entro il 2030 è abbattere il 70% delle emissioni da stufe». Marino Berton è il direttore generale di Aiel, l'associazione che su scala nazionale rappresenta circa 500 realtà produttive, di cui circa 30 trevigiane, tra imprese forestali, costruttori di apparecchi domestici e caldaie alimentate a biomasse legnose, produttori e distributori di pellet certificato, installatori e manutentori di impianti a biomasse.
NUOVE SFIDE
«Non vogliamo certo nasconderci: anche noi abbiamo le nostre responsabilità. Ma il comparto oggi è pronto ad affrontare le sfide poste dalle nuove politiche energetiche europee, dalla lotta ai cambiamenti climatici e dalle nuove politiche per la qualità dell'aria». In genere però le amministrazioni e alcuni tecnici raccontano l'esatto contrario, ovvero che il problema è il riscaldamento. «Il traffico stradale è indicato tra i principali responsabili dell'inquinamento atmosferico -prosegue Berton- infatti con 62,4 auto per ogni 100 abitanti il nostro Paese ha il record europeo nel rapporto tra autovetture circolanti e abitanti, seguito da Germania e Spagna, rispettivamente al secondo e terzo posto». Aiel riporta poi le statistiche nell'ambito del riscaldamento residenziale, dove l'apporto di emissioni di polveri sottili da parte della combustione delle biomasse legnose rappresenta un'oggettiva criticità. «Tuttavia, nel bacino padano l'apporto della combustione domestica alla produzione di Pm10 è in calo, soprattutto grazie al turnover tecnologico, cioè la sostituzione dei vecchi apparecchi obsoleti con nuovi e performanti generatori a legna e pellet. Lo confermano i dati pubblicati da Arpa Veneto (-20% negli ultimi 7 anni) e quelli recentemente pubblicati da Arpa Lombardia che presenta un calo del 30% in 5 anni».
IL PROTOCOLLO
Aiel ha recentemente firmato un protocollo d'intesa con il Ministero dell'Ambiente che ha l'obiettivo di ridurre le emissioni della combustione di biomasse del 70% entro il 2030 attraverso una serie di azioni. «Anzitutto bisogna accelerare il processo di rottamazione delle vecchie stufe e la loro sostituzione con apparecchi e impianti a legna cippato e pellet classificati con le migliori performance -elenca il direttore di Aiel- poi promuovere l'uso di combustibili legnosi certificati e di qualità e garantire una manutenzione periodica». In Italia bisogna che i Comuni puntino chiaro l'obiettivo: oltre 4,5 milioni di impianti devono essere sostituiti con apparecchi e impianti a pellet, legna o cippato di nuova generazione che consentono alti rendimenti e un abbattimento delle polveri sottili. «Per farlo-conclude Berton -esistono incentivi come il Conto Termico che consente di coprire fino al 65% della spesa per la sostituzione di un vecchio apparecchio con uno ad alta efficienza energetica».
E.F.
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