L'ANALISI
TREVISO «Il problema nasce da lontano. Già prima dell'epidemia

Venerdì 3 Luglio 2020
L'ANALISI
TREVISO «Il problema nasce da lontano. Già prima dell'epidemia le camere degli alberghi arrivavano a riempirsi solo per il 40%. C'era troppa offerta rispetto alla gente che arrivava. L'emergenza coronavirus è stata l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Bisogna riuscire finalmente a bloccare l'apertura di nuove strutture. Nel frattempo, però, dà una grande tristezza vedere che alcuni sono stati costretti a chiudere». Gianni Garatti, storica guida dell'hotel Al Foghèr di Treviso, inquadra così il difficile momento vissuto dal settore ricettivo.
LE PREVISIONI
«Il Covid ha distrutto l'economia turistica. Ci sono cancellazioni fino alla fine dell'anno. Per gli alberghi si potrà parlare di ripresa forse solo dal marzo del 2021 mette in chiaro oggi le strutture che hanno riaperto sono vuote per il 90 per cento. Mentre le spese continuano a correre. Abbiamo pagato la Siae, pur con uno sconto del 20%. Così come abbiamo pagato il canone della Rai. Ora ci auguriamo che almeno Contarina possa rivedere la gestione delle bollette». Il Foghèr è tra gli hotel che hanno riaperto i battenti. Ci sono più margini quando la gestione è familiare. Chi ha diversi dipendenti, invece, fatica ancora di più. «Perché il costo del lavoro è troppo elevato sottolinea Garatti anche questo è un problema che non nasce oggi. Solo che adesso ci rende ancora meno competitivi».
L'OSTACOLO
Non a caso i tre hotel del gruppo Sogedin, tra Monastier, Marcon e Mestre, che contano complessivamente un centinaio di lavoratori, stanno valutando bene come muoversi. «Il costo del lavoro incide per oltre il 50% sulla decisione di riaprire o meno evidenzia Giovanni Cher, manager degli hotel del gruppo e presidente della Federalberghi di Treviso in questo momento metà delle strutture restano chiuse proprio per questo motivo». Senza un sostegno esterno è difficile pensare a una vera e propria ripresa del settore. Ad oggi le strutture riescono ad occupare solo il 10% delle camere. Tra l'altro durante la settimana. Perché nel weekend c'è ancora il deserto. «Ci sono persone già indebitate che hanno fatto altri debiti per provare a uscire da questa situazione incalza Garatti non so se ci rendiamo conto di quello che sta accadendo». Una piccola, buona notizia arriva dal turismo sportivo. Con tutte le proporzioni del caso, sembra tenere più di quello di massa. «Si vede qualche turista che passa le proprie vacanze in bicicletta conclude Garatti è un buon modo che consente di vivere all'aperto e di avere meno preoccupazioni anche per quanto riguarda il virus».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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