IL RACCONTO
TREVISO «Siamo in difficoltà. L'ospedale sta accogliendo

Martedì 24 Novembre 2020
IL RACCONTO TREVISO «Siamo in difficoltà. L'ospedale sta accogliendo
IL RACCONTO
TREVISO «Siamo in difficoltà. L'ospedale sta accogliendo molti pazienti contagiati dal coronavirus. E purtroppo non si vede la fine. Di conseguenza è sempre più complicato eseguire le altre attività, a cominciare da quelle chirurgiche, che non possono essere rinviate. Abbiamo già operato diversi pazienti positivi per delle fratture. Ce la stiamo mettendo tutta». A parlare è Pasquale Santoriello, segretario Anaao-Assomed, sindacato dei medici per l'Usl della Marca, ma oggi soprattutto uno dei 6 specialisti su 12 dell'Ortopedia dell'ospedale di Montebelluna che non sono stati contagiati dal coronavirus. Il Covid ha dimezzato l'equipe medica del reparto. Il gruppo, comunque, sta continuando a garantire le attività in attesa che i colleghi si negativizzino e possano così rientrare in servizio. L'azienda sanitaria ha subito deciso di alleggerire i carichi spostando temporaneamente a Treviso le operazioni chirurgiche per le fratture del femore. Dall'inizio di dicembre, poi, si potrà contare sul supporto dell'ospedale di Castelfranco, sede dell'Istituto oncologico veneto. Fatto sta che nel distretto di Asolo la situazione resta quanto mai delicata.
LE CARENZE
Gli ospedali di Montebelluna e Castelfranco attualmente sono costretti a misurarsi con l'assenza forzata di un'ottantina di operatori della sanità, compresi appunto i sei medici dell'Ortopedia, ad oggi in isolamento domiciliare perché contagiati dal Covid-19 o perché contatti di casi positivi. Il tutto mentre l'ospedale di Montebelluna conta il ricovero di 122 pazienti Covid positivi, tra i quali sei in Terapia intensiva. Si è al livello del Covid Hospital di Vittorio Veneto. L'ospedale di Castelfranco, invece, è stato confermato Covid-free. Dall'inizio del mese prossimo, comunque, le sue sale operatorie ospiteranno per due giorni a settimana gli interventi di ortopedia fino ad oggi eseguiti a Montebelluna. Sempre e solo su pazienti non positivi. Per il resto il riferimento continua ad essere l'ospedale di Montebelluna. In sostanza, si seguirà lo stesso schema che ha già portato a trasferire a Castelfranco i pazienti non positivi della Geriatria di Montebelluna, che ora ospita solo anziani colpiti dal Covid-19. «Il ricovero di tanti pazienti Covid positivi a Montebelluna ha richiesto l'uso della Medicina, della Geriatria e di parte dell'area chirurgica fa il punto lo specialista dell'Ortopedia questo ha portato a un inevitabile rallentamento degli interventi chirurgici anche su persone con fratture. Ci sono decine di interventi in attesa. Fino a questo momento alcuni hanno anche aspettato a casa per evitare lunghe permanenze in ospedale, con tutti i rischi collegati». Dalla stessa Ortopedia, poi, non hanno mai smesso di aiutare l'unità di Medicina, reparto di riferimento per quanto riguarda il ricovero di pazienti contagiati dal coronavirus. «Anche in Medicina ci sono specialisti costretti a casa in isolamento aggiunge Santoriello e noi quando non operiamo andiamo a dare una mano in quel reparto con gli scafandri e tutte le protezioni del caso. In una emergenza tutti si mettono a disposizione».
LO STUDIO
La situazione è difficile perché il distretto dell'ex Usl di Asolo ad oggi è il più colpito dal coronavirus. Il confronto tra il tasso di positivi per 10mila abitanti è chiaro: qui si è al 14,6%, mentre si scende al 12,3% nell'ex Usl di Pieve di Soligo e al 9,3% nell'ex Usl di Treviso. Le cose, comunque, dovrebbero migliorare già nelle prossime ore. In primis con il trasferimento delle operazioni per la frattura del femore a Treviso, e poi a Castelfranco. E da giovedì anche grazie all'apertura dell'ex ospedale Guicciardini di Valdobbiadene, che con i suoi 60 posti attrezzati per pazienti Covid positivi potrà consentire un ulteriore, e si spera definitivo, alleggerimento dell'ospedale di Montebelluna.
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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