IL QUADRO
TREVISO Assegni per i nuclei familiari: più 7%. Agevolazioni sulle

Martedì 2 Marzo 2021
IL QUADRO
TREVISO Assegni per i nuclei familiari: più 7%. Agevolazioni sulle bollette: più 20%. E poi 2.590 richieste per reddito o pensione di cittadinanza e 2.348 per il reddito di emergenza. I numeri del Caaf della Cgil di Treviso certificano come un anno di pandemia, con il suo corollario di attività chiuse, cassa integrazione e mancanza di lavoro, abbia generato nuovi poveri anche nella Marca o, comunque, costretto a domandare bonus e sussidi vari anche chi in precedenza riusciva a sbarcare il lunario con il proprio reddito. Agli sportelli della struttura sindacale il flusso di richiedenti è in deciso aumento: «Secondo le nostre rilevazioni spiega l'amministratrice delegata Monica Giomo sono sempre più le famiglie in condizioni di disagio economico che ricorrono ai servizi del Caaf per accedere a sussidi e prestazioni sociali agevolate». Il primo termometro è dato proprio dalle pratiche per l'Isee, l'attestazione della ricchezza necessaria per accedere a molti di questi sostegni: nel 2020 sono aumentate a quota 26.525, il 13% in più dall'anno precedente.
L'IMPENNATA
Ma, appunto, sempre più persone chiedono assistenza per predisporre la documentazione per varie agevolazioni: le istruttorie per ottenere gli sconti sulle tariffe di energia elettrica, gas e acqua, previsti per gli utenti a basso reddito, hanno registrato un'impennata a tre cifre. «In modo analogo, benché meno sostenuto, aumentano anche le pratiche per Assegni al Nucleo Familiare dei Comuni: 685 nel 2020, più 44 rispetto al 2019», rimarca Giomo.
I SINDACI
La situazione delineata dal sindacato trova piena rispondenza anche nei Municipi. «Senza dubbio il ricorso ai Servizi sociali e alle varie azioni di sostegno è in aumento ribadisce Elzo Severin, primo cittadino di Montebelluna questa tendenza, però, era in atto già da prima della pandemia, anche a causa di una serie di difficoltà, dalla vicenda di Veneto Banca alla crisi del settore calzaturiero. Già in epoca pre Covid tra il 10 e il 20% delle famiglie montebellunesi aveva bisogno di qualche forma di aiuti, ora sicuramente questa percentuale è cresciuta». A Vittorio Veneto, il Comune ha istituito uno sportello per dare innanzitutto informazioni sugli strumenti a disposizione. «La richiesta principale riguarda il pagamento di affitti e spese condominiali E questo significa che la gente non lavora, perciò l'altro aspetto su cui ci stiamo concentrando è organizzare una serie di iniziative per la riqualificazione di chi è senza occupazione, in modo particolare le donne», spiega Antonella Caldart, assessore al Sociale. Emergono, dunque, nuove povertà: «Persone che prima erano assolutamente autonome, sono cadute in basso nella scala sociale. La vera emergenza non è seguire chi era già noto ai servizi, ma i nuovi fragili». Pure Marco Serena, sindaco di Villorba, conferma il boom di richieste: «Riguardo ai buoni spesa, ad esempio, tra la prima tranche e la seconda erogata a dicembre abbiamo registrato un'impennata e se la prima dotazione è bastata per tre mesi, la seconda è andata esaurita in una quarantina di giorni. Abbiamo messo in piedi una serie di iniziative collaterali ai contributi nazionali stiamo cercando di dare risposte dove possibile. Contiamo che il governo pensi ad un provvedimento per le fasce più deboli». Ad aumentare la preoccupazione, le 20mila assunzioni in meno e i 300 milioni di ore di cassa integrazione rilevati nel 2020 in provincia: «In questo quadro grave e sempre più allarmante nota Mauro Visentin, segretario generale della Cgil - occorre agire subito e con una visione di prospettiva, mettendo in campo quelle misure non più rinviabili per le quali ci battiamo da tempo: una vera riforma fiscale che rispetti il criterio di progressività e la capacità contributiva di ognuno, vere politiche attive del lavoro, un sistema universale degli ammortizzatori sociali».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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