IL NODO
TREVISO Anche tra gli ultraottantenni non mancano dubbi e timori nei

Venerdì 16 Aprile 2021
IL NODO
TREVISO Anche tra gli ultraottantenni non mancano dubbi e timori nei confronti dei vaccini anti-Covid. Alcuni hanno già fatto sapere che non si sottoporranno all'iniezione. Le stime dicono che i no potrebbero essere circa 300. Ma non sono previsti rifiuti formali. Chi si presenterà al Vax-day a libero accesso di sabato per la prima dose, verrà vaccinato. Di conseguenza i conti potranno essere fatti solo alla fine della settimana. In queste ore i sindaci stanno informando gli over 80 residenti nei loro paesi praticamente con il porta a porta. E alcuni hanno già raccolto dei rifiuti. Le motivazioni sono diverse. «I primi cittadini stanno facendo un grande lavoro sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl per quanto riguarda i rifiuti, di seguito andremo a scalarli dalla lista degli ultraottantenni da vaccinare. Non possiamo obbligare nessuno». Ieri sono state eseguite circa 5.500 iniezioni. Comprese 3.819 prime dosi. Oggi si continuerà con 5.155 vaccinazioni, tra le quali 2.010 prime dosi. Sabato toccherà al Vax-day. E domenica verranno vaccinate 1.100 persone fragili negli ospedali di Treviso, Vittorio Veneto e Oderzo. A proposito dei centri vaccinali, l'Ama Crai Est, la società cooperativa della grande distribuzione, ha annunciato che donerà 52mila bottiglie di acqua da destinare ai Vax-point.
LA MOBILITAZIONE
Intanto i sindaci si danno da fare per convocare tutti gli anziani al Vax day di domani. Da Treviso a Castelfranco, da Montebelluna a Vittorio Veneto, il messaggio è unico e chiaro: Vaccinatavi tutti. «A Treviso - spiega il sindaco del capoluogo Mario Conte - contiamo almeno 1.500 persone che, in queste ore, vengono tutte chiamate al vaccino. Per chi avesse problemi a spostarsi e raggiungere il centro vaccinale, che è quello di Villorba presso il bocciodromo, l'amministrazione comunale mette a disposizione il voucher per il taxi mentre per le situazioni più fragili abbiamo un accordo con le associazioni di volontariato per il trasporto». «È un dovere quello di proteggersi - incalza il sindaco di Castelfranco e presidente della Provincia Stefano Marcon - ed è un appello che rivolgo a tutti, anche ai più giovani che hanno dagli anziani in famiglia: dite loro che questo è l'unico vero modo per mettere uno scudo fra sé e il virus». Castelfranco ha contattato tutti i circa 600 over 80 che mancano all'appello e la chiamata, curata dai servizi sociali, durerà fino a tutta la giornata odierna, con le indicazioni relative agli orari a cui presentarsi presso il centro di Riese. «La vaccinazione è la sola arma di cui disponiamo per combattere il Covid e per lasciarci alle spalle la pandemia».
L'APPELLO
Non usa mezzi termini anche il sindaco di Vittorio Veneto Antonio Miatto, per invitare i cittadini appartenenti alle categorie considerate a rischio ad approfittare del prossimo Vax Day in programma sabato 17 aprile. Il centro vaccinale al quale dovranno fare riferimento i residenti nel vittoriese è quello di Godega Sant'Urbano, dove tutti i nati nel 1941 e negli anni precedenti, che non sono ancora stati vaccinati, potranno ricevere la prima dose di vaccino in base al mese di nascita e senza bisogno di prenotazione. «I servizi sociali stanno contattando le persone conosciute per invitarle a farsi inoculare il vaccino -spiega Miatto - si raccomanda a tutti di presentarsi al punto vaccinale nell'orario previsto, che dipende dal mese di nascita: dalle 8 alle 9, potranno essere vaccinati tutti i nati a gennaio del 1941 e negli anni precedenti, dalle 9 alle 10 saranno vaccinati i nati a febbraio e così via fino alle 19, quando a ricevere la vaccinazione saranno i nati a dicembre 1941 e negli anni precedenti. I coniugi entrambi ottantenni potranno recarsi insieme al Centro Vaccinale e insieme riceveranno l'iniezione anche se nati in mesi diversi». «Il vaccino - dice Elzo Severin, il sindaco di Montebelluna, dove sono state inviati gli inviti a 500 anziani - è l'unica strada verso quella immunità di gregge senza la quale è impossibile pensare alle riaperture. E per gli anziani più fragili è l'unico modo per sfuggire alla conseguenze dell'infezione, che può avere esiti tragici. Facciamo la cosa giusta ma soprattutto mettiamo al riparo le fasce della popolazione più esposte».
(m.fav / de.bar)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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